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Focus attenzionale maldiretto nel tremore funzionale

I disordini neurologici funzionali sono la seconda diagnosi più comune (16%) in nuovi pazienti che afferiscono agli ambulatori di neurologia. Conducono a un deficit severo nella qualità di vita pari alle equivalenti patologie organiche e in generale hanno una prognosi povera. Tuttavia, al contrario della maggior parte degli altri disordini neurologici, possono avvenire miglioramenti a lungo termine o risoluzione dei sintomi, fornendo un impeto extra per il miglioramento dei trattamenti.
Un aspetto caratteristico e intrigante dei disordini del movimento funzionali è che si manifestano tipicamente con l’attenzione alla parte del corpo interessata o i sintomi possono migliorare o addirittura scomparire con la distrazione, a esempio quando eseguiti automaticamente. Nella paralisi funzionale, a esempio, il movimento volontario è deficitario, ma movimenti normali possono avvenire durante movimenti automatici, come durante l’aggiustamento della postura o gesticolare mentre si parla. Nella disartria funzionale, la parola è tipicamente normale nelle affermazioni semi automatiche. Il tremore funzionale migliora o scopare con la distrazione. La distrazione è, pertanto, il segno caratteristico dei disordini del movimento funzionali.
L’attenzione chiaramente gioca un ruolo cruciale nell’espressione di pattern di movimenti anormali nei disordini funzionali del movimento, sollevando l’intrigante possibilità che lo sviamento dell’attenzione possa giocare una parte nella patogenesi. Tuttavia, il concetto di distraibilità nei disordini del movimento funzionali è basato solo sullo spostamento dell’attenzione coinvolgendoli in un compito aggiuntivo. In questo studio viene utilizzato il concetto più granulare di focus dell’attenzione. Il movimento specializzato consiste nell’allocare con successo l’attenzione tra differenti segnali rilevanti che sono spazialmente distinti, inclusi il bersaglio e l’atro in movimento. Non esiste evidenza sperimentale di dove risieda tipicamente il focus spontaneo dell’attenzione nei disordini funzionali del movimento. Rimane da chiarire se i foci attenzionali siano di beneficio e quali siano dannosi. Per migliorare le opzioni di trattamento, è cruciale chiarire: (i) se il focus attenzionale sia mal direzionato nei disordini funzionali del movimento al confronto con i controlli; (ii) se questo mal direzionamento sia dannoso per il movimento e parzialmente causale del movimento anormale o se sia una strategia benefica che aiuti a minimizzare il movimento anormale; (iii) quali foci attenzionali migliorino i sintomi. Gli autori hanno stabilito di valutare in modo completo il focus attenzionale e il suo effetto sulla performance del movimento in un disordine funzionale del movimento. L’esperienza clinica suggerisce che l’attenzione giochi un ruolo in tutti i disordini funzionali del movimento e probabilmente nei disordini funzionali neurologici in generale. Tuttavia, gli autori si sono concentrati su persone con tremore d’azione funzionale in quanto un tremore può cambiare rapidamente, può essere misurato accuratamente e si può manifestare occasionalmente in individui sani.
Nella prima parte di questo studio, gli autori si sono posti l’obiettivo di valutare se ci sia uno specifico aspetto del movimento verso il quale l’attenzione sia anormalmente diretta in persone con tremore funzionale. Data l’assenza di evidenza sperimentale verso quale aspetto del movimento, se esiste, l’attenzione sia primariamente focalizzata nel tremore funzionale, gli autori hanno testato tutte le maggiori possibilità: l’aspetto propriocettivo del movimento, il feedback visivo del movimento in corso, il bersaglio o un aspetto non correlato al movimento. Gli autori hanno ipotizzato che il focus attenzionale nel tremore funzionale sarebbe stato mal diretto o sulla informazione propriocettiva motoria o sul feedback visivo.
Per distinguere l’influenza dell’aspetto funzionale dalla mera influenza del tremore, le persone con tremore funzionale sono state confrontate non solo con partecipanti controllo sani, ma anche con persone con tremore organico. È stato conseguentemente valutato se le persone con tremore funzionale fossero in grado di spostare il loro focus attenzionale a differenti aspetti di un movimento di raggiungimento.
Nella seconda parte, gli autori si sono prefissati di valutare sistematicamente se il focus attenzionale naturalmente detettato nel tremore funzionale migliori o peggiori la performance. Pertanto, se questo è un meccanismo compensatorio benefico che è stato adottato a dispetto del movimento anormale, per minimizzarne la severità; se non abbia influenza sulla performance; o se abbia un effetto peggiorativo e che per questo possa essere in parte una causa.

È emersa una migliore detezione spontanea in cambi della luminosità dei feedback visivi in pazienti con tremore funzionale, sia al confronto con pazienti con tremore organico che con controlli sani. Questo suggerisce il naturale focus di attenzione delle persone con tremore funzionale risieda nel feedback visivo del loro movimento in corso, in misura maggiore rispetto agli altri gruppi. Inoltre, le soglie di detezione quando erano istruiti a prestare attenzione non cambiavano significativamente per i tre gruppi. Questo appunta all’assenza di un deficit globale e mostra l’abilità dei pazienti di spostare il loro focus di attenzione. La seconda parte dello studio ha manipolato il focus attenzione sul e fuori il feedback visivo per chiarificare il suo effetto sulla performance motoria.
Nelle condizioni ‘moving to the start’ e ‘beyond the movement’, il paradigma sperimentale è stato disegnato per condurre i partecipanti a credere che il movimento fosse semplicemente preparatorio e senza importanza. Tutti i gruppi lo hanno eseguito più velocemente, in quanto movimenti non importanti tendono a essere eseguiti più rapidamente e distrattamente. Al contrario di entrambi i gruppi controllo, i pazienti con tremore funzionale hanno eseguito meglio il movimento in entrambe le circostanze, rispetto a quando lo hanno eseguito sapendo che avesse qualche importanza. Gli autori hanno assunto che questi movimenti fossero effettuati in un modo abbastanza ‘libero da attenzione’. Pertanto, non dare molta importanza al movimento e al suo risultato e quindi non prestargli attenzione, sembra di beneficio nel tremore funzionale. Questo fornisce evidenza sperimentale per le conosciute caratteristiche cliniche di miglioramento con la distrazione. Il fatto che non ci sia una differenza chiara tra le condizioni senza e con attenzione in entrambi i gruppi controllo sembra indicare che non sia l’assenza di attenzione che conduca al miglioramento, ma piuttosto che in pazienti con tremore funzionale esista qualcosa di dannoso riguardo il focus attenzionale durate i movimenti con attenzione.
I risultati di questo lavoro hanno implicazioni per il trattamento. Effettuare un movimento eccessivamente lentamente lo peggiora. I pazienti dovrebbero essere avvisati di evitare di muovere lentamente l’atro affetto, ma invece di effettuare il movimento a velocità normale o, meglio ancora, ad alta velocità. Inoltre, lo studio ha mostrato che i pazienti con tremore funzionale sono in grado si spostare il loro focus di attenzione a differenti aspetti del loro movimento, fornendo quindi un prerequisito essenziale per trattamenti che coinvolgono distrazione e spostamento del focus attenzionale. Infatti, approcci fisioterapici specifici per i disordini funzionali del movimento che utilizzano, in parte, distrazione dal movimento sono stati trovati essere efficaci. Alcune tecniche psicologiche, come grounding e mindfulness, che sono efficaci in persone con disordini neurologici funzionali sono anch’essi basati sulla diversione dell’attenzione. Le tecniche di biofeedback che usano eye tracking accoppiato alla severità del tremore o ad altre misure di performance motoria, potrebbero essere usate come modalità di trattamento per aiutare a trattenere il focus attenzionale dal feedback visivo.

Misdirected attentional focus in functional tremor

Anne-Catherine M. L. Huys, Patrick Haggard, Kailash P. Bhatia and Mark J. Edwards

https://academic.oup.com/brain/article/144/11/3436/6305827

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