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La traiettoria cognitiva nel deficit cognitivo lieve dovuto alla taupatia primaria legata all’età

La taupatia primaria legata all’età (Primary age-related tauopathy – PART), una categoria neuropatologica recentemente definita, è sempre più riconosciuta dalle comunità medica e scientifica come distinta dalla malattia di Alzheimer. PART e malattia di Alzheimer condividono la caratteristica neuropatologica di depositi tau e la conseguente neurodegenerazione del lobo temporale; tuttavia, i depositi di amiloide, che sono caratteristici della patofisiologia della malattia di Alzheimer, sono assenti in PART. Le due condizioni hanno anche diverse manifestazioni cliniche. PART è osservata più comunemente in età più avanzata e meno probabilmente conduce a più severe disfunzioni cognitive.
Fino a ora, pochi studi hanno esaminato altre e più dettagliate differenze delle manifestazioni cliniche di PART al confronto con la più caratterizzata malattia di Alzheimer. Infatti, i criteri diagnostici antemortem non sono ancora stati stabiliti per PART e si sa poco riguardo come PART venga percepita nella pratica clinica. Uno studio ha esaminato le diagnosi di soggetti con deficit cognitivo che rientravano nei criteri di PART all’autopsia ed è emerso che, anche se i clinici riconoscono una distinzione nella presentazione clinica tra PART e malattia di Alzheimer, una diagnosi clinica di Alzheimer era stata data in più del 50% dei casi di PART.
Determinare la presentazione cognitiva in PART, al confronto con la malattia di Alzheimer, farebbe crescere la comprensione della condizione e potenzialmente aiuterebbe lo sviluppo di criteri diagnostici clinici. Uno studio che ha esaminato i punteggi al Mini-Mental State Examination suggerisce che le funzioni cognitive siano relativamente più conservate in PART rispetto alla malattia di Alzheimer, anche in più alti stadi Braak. Un altro ha mostrato che la memoria linguistica/semantica è relativamente più conservata in PART.
Le differenze nell’outcome neuropsicologico non sono ancora state ben definite, in particolare riguardo i cambiamenti cognitivi nel tempo. Uno studio ha individuato un tasso di declino significativamente più lento nelle misure di memoria, linguaggio e performance visuospaziali; tuttavia la loro analisi era su una coorte piccola e reclutata in un singolo centro (PART=34; Alzheimer=116). Pertanto, gli autori del lavoro che vi stiamo presentando si sono prefissati di determinare come la traiettoria del punteggio nel test neuropsicologici di soggetti con deficit cognitivo lieve (mild cognitive impairment – MCI) si differenzi per gli individui con caratteristiche neuropatologiche di PART al confronto con quelli con caratteristiche neuropatologiche di malattia di Alzheimer in un grande campione autoptico proveniente da tutti gli Stati Uniti. Questo è di interesse scientifico, in quanto può aumentare la comprensione delle conseguenze cognitive in queste distinte condizioni neuropatologiche, informare riguardo la prognosi che può essere data a soggetti con MCI, assumendo che PART e malattia di Alzheimer possano diventare entità distinguibili antemortem.

I dati sono stati ottenuti dal National Alzheimer’s Coordinating Center su partecipanti con MCI alla baseline con o senza placche neuritiche (PART) o con moderate o frequenti placche neuritiche (cambiamento neuropatologico dell’Alzheimer) all’autopsia. Per i pazienti affetti da malattia di Alzheimer e PART, è stato confrontato il tasso di declino nella somma dei punteggi del CDR Dementia Staging Instrument in cinque domini cognitivi (memoria episodica, memoria di lavoro, funzioni esecutive, memoria di linguaggio/semantica e globale) usando z-score per i test neuropsicologici che sono stati calcolati basandosi sul punteggio di partecipanti con funzioni cognitive nella norma. La differenza nei tassi di cambiamento è stata testata usando modelli lineari per effetti misti che hanno tenuto in conto il raggruppamento per centro clinico e misure ripetute a livello individuale. I modelli sono stati aggiustati per sesso, età, livello educativo, punteggio del test alla baseline, punteggio Braak, stato di portatore della apolipoproteina e4 (APOE e4), storia familiare di deficit cognitivo, anamnesi positiva per infarto, ipertensione o diabete.
Sono stati identificati 578 partecipanti con un CDR globale di 0,5 (MCI) alla baseline, 126 con PART e 452 con malattia di Alzheimer. Esaminando le differenze nella CDR globale e il punteggio nei vari domini, i partecipanti con malattia di Alzheimer presentavano un declino significativamente più rapido dopo essere diventati clinicamente sintomatici rispetto a quelli con PART. Questo studio corrobora, quindi, l’ipotesi che PART sia generalmente più benigna della malattia di Alzheimer e che con meno probabilità conduca a disfunzioni cognitive severe.
Questo lavoro fornisce, inoltre, ulteriori dettagli sulle differenze nelle manifestazioni cliniche di PART al confronto con la malattia di Alzheimer. I dati longitudinali permetto di individuare cambiamenti o differenze sottili, specialmente nelle disfunzioni cognitive precoci, rispetto alle misurazioni puntuali. Questo può spiegare, in parte perché i due lavori menzionati in precedenza hanno mostrato differenze in meno domini delle funzioni neuropsicologiche, al contrario, questo lavoro, usando i più sensibili dati longitudinali, ha mostrato differenze in tutti i domini tra le persone affette da PART e quelle affette da malattia di Alzheimer. Questo solleva la domandi se PART e malattia di Alzheimer abbiano caratteristiche cliniche distinte o se PART sia solamente una variante più lenta della malattia di Alzheimer. Nonostante questo studio non abbia individuato declino in tutti i domini cognitivi per PART, il tasso di declino per i due domini (memoria di attenzione ed episodica) erano minimi. Anche se non conclusivi, questi risultati mostrano un differente pattern di declino cognitivo per PART.
È emersa una proporzione più alta di soggetti con malattia cerebrovascolare (definita per i fattori di rischio o all’autopsia) tra i partecipanti con PART. Dato che PART è una patologia più benigna della malattia di Alzheimer, parte del declino cognitivo in questa condizione potrebbe essere guidato dalla malattia cerebrovascolare coesistente. È però da notare, che né il danno vascolare cerebrale né i fattori di rischio (ipertensione, infarto, diabete) sono apparsi come predittori significativi del declino cognitivo. La relazione tra PART e malattia cerebrovascolare sembra essere un importante argomento per ricerche future.
Questo studio si è focalizzato su partecipanti con MCI. Studi futuri dovranno esaminare i cambiamenti cognitivi nel tempo mentre i partecipanti sono ancora clinicamente asintomatici. Inoltre, i dati sono stati aggiustati per la presenza di alleli APOE e4, un sostanziale contributore del deficit cognitivo in varie demenze. La differenza vista nelle analisi potrebbe essere dovuta alla differente distribuzione dei portatori di APOE e4 nel gruppo PART (14%) rispetto al gruppo della malattia di Alzheimer (49%). Studi successivi, con un sufficiente numero campionario, dovrebbero stratificare le analisi per portatori di APOE e4 versus i non portatori.
In conclusione, questo studio, mostra che individui con MCI e sottostante caratteristiche neuropatologiche di PART sperimentano un più lento tasso di declino cognitivo nei punteggi globali e nei singoli domini neuropsicologici al confronto con individui con MCI e caratteristiche neuropatologiche della malattia di Alzheimer. Questo lavoro fornisce ulteriori evidenze che la manifestazione clinica di PART abbia generalmente conseguenze cognitive più lievi rispetto alla malattia di Alzheimer.

Cognitive trajectory in mild cognitive impairment due to primary age-related tauopathy

Merilee Teylan, Charles Mock, Kathryn Gauthreaux, Yen-Chi Chen, Kwun C.G. Chan, Jason Hassenstab, Lilah M. Besser, Walter A. Kukull and John F. Crary

https://academic.oup.com/brain/article-abstract/143/2/611/5702168?redirectedFrom=fulltext

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