EDUCAZIONE ALIMENTARE NELL’ETA’ EVOLUTIVA
L’alimentazione nel bambino è fondamentale per l’accrescimento fisiologico e condiziona molti aspetti dell’età adulta.
Seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata nei primi periodi di vita significa prevenire molte patologie croniche come obesità, diabete e aterosclerosi.
La pubblicità e il web, troppo spesso, trasmettono messaggi errati ed il risultato è che si sviluppano convinzioni scorrette. L’opera di educazione alimentare rivolta ai genitori, bambini e ragazzi è molto importante ed è lo strumento per promuovere un’alimentazione corretta per tutto l’arco della vita e per creare una coscienza tale da ridurre gli errori più diffusi. Un intervento di educazione alimentare in età pediatrica presenta duplice vantaggio: intervenire in una fase in cui il soggetto è molto recettivo, disponibile ai cambiamenti e di intervenire in un periodo in cui il danno, se presente, è ancora reversibile.Negli ultimi anni si è visto il passaggio da un’alimentazione “povera” fondata sui principi della Dieta Mediterranea ad un nuovo modello alimentare tipico dell’occidente industrializzato, caratterizzato da una maggiore disponibilità del cibo ma frequente assunzione di alimenti ad elevata densità energetica, ricchi in grassi saturi, zuccheri e scarso consumo di alimenti di origine vegetale. Tale condizione ha portato da un lato un miglioramento dello stato di nutrizione (dal punto di vista dell’accrescimento) ma dall’altro ha determinato un aumento dei fattori di rischio da eccesso o squilibrio nell’apporto dei nutrienti. Pertanto ci troviamo davanti ad una malnutrizione per eccesso calorico e lipidico ed una malnutrizione per difetto vitaminico, minerale e di fibre. E’ proprio la mancanza della fibra (verdura, frutta, cereali integrali) nell’alimentazione dei più giovani una delle cause dell’obesità, la fibra rallenta lo svuotamento gastrico e aumenta il senso di sazietà influenzando l’introito di cibo e di conseguenza una riduzione delle calorie. Inoltre, la ridotta introduzione di fibre determina una ridotta peristalsi e un aumento del tempo di transito intestinale, oltre ad una minore massa fecale, tutti questi elementi aumentano il rischio di stipsi.
L’obesità infantile, infatti, è un argomento molto attuale. Nonostante sia una condizione multifattoriale la causa principale è che i bambini mangiano di più di quello che consumano: da un lato passano molte ore davanti ai dispositivi elettronici riducendo le ore di gioco spontaneo e sport, e dall’altro lato si trovano di fronte a continue offerte di cibo da parte di genitori e parenti preoccupati che i bambini mangino poco. Purtroppo l’obesità viene spesso sottovalutata ma non tutti sanno che può portare a rischi e complicanze già in età infantile: problematiche di tipo articolare, steatosi epatica, ipertensione giovanile, problematiche respiratorie come le apnee notturne, sindrome metabolica e aterosclerosi, pre-diabete, disagio psicologico e nella bambina menarca precoce.
Bisogna sempre ricordarsi che il bambino non è un piccolo adulto ma si differenzia da esso perché è un organismo in costante crescita e la sua alimentazione deve rispondere ad esigenze nutrizionali ben definite che influenzeranno il suo sviluppo e il suo stato di salute. E’ per questo motivo che l’assunzione di macronutrienti e micronutrienti deve essere quantitativamente e qualitativamente adeguata a tutte le fasi della vita del bambino.
Possiamo riassumere così le tre esigenze del bambino che l’alimentazione deve necessariamente soddisfare:
– Rendere ottimale l’accrescimento somatico
– Garantire un corretto sviluppo neuropsicologico
– Mantenere lo stato di salute a breve e lungo termine
Nei primi mesi di vita (fino al 6° mese) è altamente raccomandato il consumo di latte materno (in assenza di questo utilizzare un opportuno latte artificiale indicato dal pediatra), è invece sconsigliato vivamente il latte vaccino. Il latte materno ha caratteristiche uniche: composizione ideale in proteine, acidi grassi, glucidi e oligoelementi e ed è “variabile” ovvero la sua composizione cambia in base alle ore del giorno e alla frequenza con cui avviene la poppata. Il latte materno è ricco in lattosio, importante per lo sviluppo del sistema nervoso, in oligosaccaridi e glicoproteine (molecole con attività antibatterica), in proteine in quantità e qualità ideale per il corretto sviluppo cerebrale, in calcio e fosforo, in acidi grassi poli-insaturi importantissimi per la sintesi della mielina e di neurotrasmettitori.
Intorno al 5-6 mese di vita il latte materno, da solo, non riesce a coprire i fabbisogni nutrizionali del bambino pertanto è importante integrare gradualmente gli alimenti. In questa fase il sistema digestivo e renale risultano essere “maturi” per metabolizzare gli alimenti e il sistema immunitario è pronto a reagire a molecole “non-self”.
Si parla quindi di svezzamento, questa fase è delicata ed è bene seguire le seguenti indicazioni:
- Evitare l’eccesso di proteine, seguire una dieta bilanciata nei suoi macronutrienti e micronutrienti.
- Introdurre il latte vaccino solo dopo i 12 mesi per evitare un basso intake in grassi poli-insaturi, ferro e zinco ma soprattutto per ridurre l’intake proteico, si è infatti visto come un eccesso nell’introduzione di prodotti caseari porti a sovrappeso, obesità e problemi metabolici durante l’infanzia e in età adulta.
- Non introdurre bevande zuccherate, succhi di frutta, sale e zucchero. E’ infatti importante non esporre i bambini a zuccheri concentrati fino a quando non abbiano sperimentato altri sapori, come quelli di frutta e verdura.
- Introdurre gradualmente il glutine a partire dai 4-6 mesi
- Variare molto! L’obiettivo è far fare al bambino esperienze sensoriali differenti: più saranno precoci e maggiore sarà l’accettazione futura di una maggiore varietà di alimenti
Le altre fasi di vita di un bambino che richiedono particolare attenzione sono quella prescolare, scolare e adolescenziale e le principali difficoltà da affrontare sono:
- Scarso apporto di fibre (frutta e verdura), di proteine vegetali (legumi), e di pesce.
- Eccesso di proteine e grassi di origine animale (formaggio e carne) e di carboidrati ad elevato indice/carico glicemico
- Rifiuto della colazione, ritenuta non importante
- Ripartizione inadeguata delle calorie e dei nutrienti nella giornata, in adolescenza frequentemente si osserva irregolare apporto calorico con frequenti digiuni e diete autosomministrate
- I legumi vengono considerati un contorno e non un secondo piatto! Ricordiamoci che sono fonti proteiche!
- Seguono diete dissociate ovvero consumano il “primo piatto” a pranzo e il “secondo piatto” a cena non assicurando una fonte di carboidrati complessi ad ogni pasto principale
- Non vi è differenza se si mangia: frutta o succhi, pasta o pane preparato con farina raffinata o integrale
- Eccesso calorico rispetto alla spesa energetica.
Ricordiamoci che il punto di partenza deve essere sempre la famiglia! I genitori per primi devono “dare l’esempio” e seguire le regole di una corretta nutrizione! Purtroppo i genitori, troppo spesso, sottovalutano il loro ruolo, cercando di non essere coinvolti direttamente e scaricando l’educazione alimentare sulla scuola.
Dobbiamo tenere a mente che mangiare bene secondo alcune regole non è un castigo ma un miglioramento per tutta la famiglia, non è una dieta ma un corretto stile di vita, non è privazione ma un modo di vivere a lungo in salute.
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Ha collaborato con l’Ospedale infantile Regina Margherita presso l’ambulatorio dislipidemie e prevenzione cardiovascolare e segue progetti di intervento diagnostico terapeutico nella diagnosi precoce di iperlipemia aterogena in età pediatrica nel territorio piemontese.