Esiste una postura corretta?

Col termine postura si intende l’orientamento di tutte le parti del corpo rispetto a se stesse e all’ambiente circostante in un determinato momento, sia in statica che in dinamica. Sono numerosi i fattori che la influenzano:

  • Il sistema propriocettivo acquisisce i segnali provenienti dall’esterno e dall’interno e li rielabora a livello centrale, inviando un segnale nervoso di modifica posturale al fine di mantenere l’omeostasi corporea. Strutture come il sistema visivo, il sistema vestibolare (orecchio), la volta plantare e le capsule articolari concorrono nella gestione del sistema dell’equilibrio creando adattamenti posturali, temporanei o permanenti. Recenti studi hanno evidenziato, ad esempio, come problematiche respiratorie ricorrenti (riniti, sinusiti, otiti etc) possano portare disturbi a livello cervicale. Quando una posizione non fisiologica di una o più strutture anatomiche viene mantenuta nel tempo, si va incontro ad una fase di cronicizzazione che porta ad una vera e propria modifica anatomica mantenuta da memorie biochimiche corpuscolari (neurotrasmettitori, ioni calcio etc) che viaggiano attraverso i neuroni (gap-junctions) del sistema centrale, periferico ed enterico. Questo engramma motorio mostra come la struttura governi la funzioni e viceversa.
  • Fattori ambientali, abitudini di vita scorrette e postazioni lavorative non ergonomiche sono evidenti fattori di rischio per le cosiddette “Faulty posture”. Il vero nemico, però, è il tempo, vi sono numerose evidenze su come una posizione mantenuta nel lungo periodo porti ad una definitiva modifica posturale, basti pensare a quante persone, costrette a una scrivania o al computer per almeno otto ore lavorative, riportino la sensazione di spalle chiuse in avanti con conseguenti dolori alla colonna o all’arto superiore.
  • Traumi, incidenti o interventi chirurgici possono portare a modifiche anatomiche e aderenze per le quali il corpo attuaerà adattamenti posturali per ritrovare il suo equilibrio.
  • Non ultima, ma spesso sottovalutata, è la questione emozionale. La postura fa parte di quella che viene definita la “comunicazione non verbale”, ad esempio quando osserviamo una persona sicura di se notiamo che ha la testa e la colonna allineate. L’approccio dell’embodied cognitition afferma che mente e corpo non sono separati e distinti, come erroneamente pensava Cartesio, ma che il nostro corpo concorra a determinare i nostri processi mentali e cognitivi. Un’altra evidenza di come siamo un’unità (olismo) tra mente, corpo e spirito. Un altro fattore che crea adattamenti posturali è la memoria, basti pensare a come un neonato mantenga le posizioni intrauterine anche dopo la nascita.
La postura in equilibrio ideale (postura standard) è quella che consente la massima efficacia del gesto in assenza di dolore e nella massima economia energetica: tutte le forze che agiscono sul corpo sono bilanciate e, quindi, lo stesso rimane nella posizione di equilibrio statico oppure è in grado di eseguire, in equilibrio dinamico, un movimento finalizzato (Linee guida nazionali sulla classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni).

Il ruolo del terapista, secondo le linee guida dell’OMS, è quello di valutare la postura in ortostatismo e in clinostatismo del paziente sui tre piani dello spazio (frontale, sagittale e coronale), prima attraverso un’analisi visiva poi mediante test palpatori e funzionali dei diversi distretti corporei (sistema muscolo-scheletrico, sistema cranio-sacrale e sistema viscerale).

Quando il paziente è in piedi si andrà a valutare:

  • La posizione della testa in linea con la colonna e la linea interglutea
  • L’orizzontalità della linea bipupillare
  • L’orizzontalità della linea bimascellare
  • Il piano scapolare
  • Il piano bisiliaco
  • L’appoggio plantare

Il fine della valutazione è quello di andare ad evidenziare la disfunzione somatica primaria, non sempre localizzata dove si presenta il sintomo. Numerosi studi recenti affermano come non sia possibile trattare una problematica basandosi esclusivamente sulla valutazione manuale, escludendo la visione di esami strumentali (RMN, RX etc), in quanto esistono numerose variazioni anatomiche che possono “trarre in inganno” il terapista.

Quindi per rispondere alla domanda iniziale, NO non esiste una postura corretta perché ogni persona ha un proprio vissuto e abitudini che lo portato ad avere un determinato atteggiamento posturale, pubblicità e credenze ormai desuete portano a ritenere lo “stare dritti” preventivo e risolutivo al dolore e alle patologie, in realtà è evidente come la nostra parte conscia non possa governare la postura, se non momentaneamente. SI possiamo fare qualcosa per migliorare la nostra qualità di vita. È importante ricordare che, come ci insegna la medicina cinese, bisogna prendersi cura del proprio organismo, non quando si presenta la patologia, ma attraverso la prevenzione, cogliendo ed ascoltando i segnali che il nostro corpo ci manda.

Come farlo? Attuando piccole strategie quali rendere la postazione lavorativa il più ergonomica possibile, muovendoci almeno 2 minuti ogni ora (anche solo alzandosi dalla sedia), praticando sport o hobby che aiutino a scaricare lo stress accumulato.

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