Disabilità intellettiva

Cos’è l’intelligenza? Chi e cosa stabilisce il concetto di disabilità?
Disabilità intellettiva: cause

Le cause delle disabilità intellettive possono essere di vario genere: genetiche (la più nota è la sindrome di Down dovuta alla presenza di un cromosoma 21 in più, detta per questo Trisomia 21) e biologiche non genetiche ( meningite, malnutrizione, la rosolia della madre in gravidanza, per esempio).

Il concetto di intelligenza

Cosa e chi stabilisce la disabilità intellettiva? Quali criteri di classificazioni vengono usati?Innanzitutto, bisognerebbe parlare del concetto di intelligenza. Un concetto amplissimo, che negli ultimi anni è stato al centro di numerosi dibattiti scientifici.Contiamo, nel corso della storia, moltissimi tentativi di definire il concetto di intelligenza secondo un codice standard; tentativi che non hanno mai avuto successo. Perché, ad oggi possiamo stabilire che l’intelligenza non è una cosa che si possiede e non si possiede, non è un fattore coerente e ben catalogabile, ma si manifesta ed esprime in un insieme di comportamenti, abilità, pensieri ed emozioni che, oltretutto, si modificano nel tempo e sono imprescindibili dall’ambiente circostante.Sono stati individuati fino a 9 tipi di intelligenza diversi, passando, negli anni, per diversi sforzi di capire quali sono le capacità da sviluppare per definire un soggetto più o meno intelligente. Così come diversissimi sono i test e le scale di misurazione per definire il grado di intelligenza. Per brevità, parliamo qui di Quoziente Intellettivo, un punteggio che si prefigge appunto l’obiettivo di valutare il grado di intelligenza. Nel DMS-V, per esempio, la disabilità intellettiva viene specificata secondo quattro gradi di gravità proprio in base al Quoziente intellettivo:

  • Lieve per un Quoziente Intellettivo da 50-55 a 70
  • Moderato per un QI da 35-40 a 50-55
  • Grave per un QI da 20-25 a 35-40
  • Gravissimo per un QI sotto 20-25

Distinzione che non è però, perfettamente sovrapponibile a quella del ICD-10, anche se in questa sede ci è sufficiente sapere che medio e moderato sono equivalenti per le due scale.

DSM-V e ICD-10

Spendo, a questo punto, due parole sui due principali sistemi di classificazione delle malattie psichiatriche: il DSM-V e l’ICD-10. Il primo, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders -DSM) è stato sviluppato dall’American Psychiatric Association (APA) e nel 2013 è stata pubblicata la V edizione con la novità che ci riguarda maggiormente: il termine ritardo mentale è stato sostituito da disabilità intellettiva. Il DSM è un manuale di stampo americano, considerato in genere il più dettagliato ed esaustivo, ed è maggiormente orientato alla ricerca scientifica. L’ICD-10, invece, è l’International Classification of Diseaes (ICD), redatto a cura della World Health Organization (WHO) agli inizi del 2007; è nato con l’intenzione di essere maggiormente fruibile agli operatori sanitari e di rendere la disabilità maggiormente e più facilmente individuabile, così da poter avere un più adeguato e tempestivo trattamento.Si spera che nelle successive edizioni le differenze fra questi due manuali vengano appianate per armonizzare i due sistemi diagostici. La natura “effimera” e “inafferrabile” di questi tipi di patologie, rende, come possiamo vedere, tutto molto difficile: dalla definizione alla catalogazione. L’assenza di parametri oggettivi di laboratorio e l’assenza totale di strumenti diagnostici oggettivi rende la questione delle malattie del neuro sviluppo una questione di complessa gestione da parte di ogni attore: dal diagnosta, al genitore allo stesso diretto interessato.Nel mio caso, ho seguito C., allieva con una disabilità intellettiva lieve e con delle patologie cromosomiche e genetiche che comportano un ritardo neuro psicomotorio e del linguaggio conseguente ad anomalia cromosomica rara.

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