Cos’è la sindrome della fase del sonno ritardata?


Lo stile di vita, qualche volta, ci obbliga a prolungare la giornata fino ad orari innaturali: sincronizzare i nostri ritmi con la naturale alternanza luce-buio, invece, è indispensabile per mantenere la salute e l’equilibrio del nostro organismo. Infatti, ciascuno di noi ha un orologio biologico interno che si occupa proprio di adattare i ritmi del nostro organismo a quelli dell’ambiente esterno.
Si tratta del cosiddetto ritmo circadiano, che consiste nelle variazioni cicliche che ogni giorno coinvolgono le nostre attività biologiche.
Il ciclo circadiano è una sorta di orologio biologico dal periodo di 24 ore che si caratterizza per essere un complesso sistema interno responsabile di cicli riguardanti la pressione arteriosa, la temperatura del corpo, il tono muscolare, la frequenza cardiaca, il ritmo sonno-veglia, ecc
Il termine “circadiano” viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”.

 

Questo mese ci interessiamo della fase di sonno ritardata.

La sindrome della fase del sonno ritardata è un disturbo cronico dei ritmi del sonno, dei picchi di attenzione, della temperatura corporea, dei cicli ormonali e di altri ritmi quotidiani relativi alle esigenze sociali. Le persone affette da DSPS, generalmente, tendono infatti ad addormentarsi qualche ora dopo la mezzanotte, riscontrando nel contempo difficoltà a svegliarsi la mattina. E questo rende molto difficile svegliarsi in tempo per una tipica giornata scolastica o lavorativa.
Ma se autorizzati a seguire i propri ritmi, per esempio dormire dalle 4 del mattino a mezzogiorno, dormono sonni tranquilli, si risvegliano spontaneamente, e non avvertono più quell’eccessiva sonnolenza diurna.

La sindrome da fase di sonno ritardata, equamente distribuita tra uomini e donne, si sviluppa di solito nella prima infanzia. Se compare invece in età adolescenziale, o scomparirà del tutto entro l’inizio dell’età adulta, oppure questa diventerà una condizione permanente.

Il particolare effetto collaterale per una persona affetta da questo tipo di sindrome è il disagio sociale. E’ la difficoltà ad allinearsi con i ritmi sociali “normali”, soprattutto quelli lavorativi, che crea una situazione patologica. Piuttosto che la sindrome in sé.
Ma se autorizzati a seguire i propri ritmi, per esempio dormire dalle 4 del mattino a mezzogiorno, dormono sonni tranquilli, si risvegliano spontaneamente, e non avvertono più quell’eccessiva sonnolenza diurna.

È importante quindi per diminuire il disagio sociale, la scarsa concentrazione, risincronizzare il proprio orologio biologico.

 

Per sapere come, scrivete al nostro centro medico, MENS CPZ.
I nostri esperti di sonno vi daranno tutte le risposte di cui avete bisogno.

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