DIETA CHETOGENICA E CEFALEA…QUALI BENEFICI?

La Dieta Chetogenica (KD) è stata ideata nel 1920 come tentativo di prolungare i benefici del digiuno nel prevenire le crisi epilettiche. Fin dai tempi di Ippocrate il trattamento dell’epilessia si basava su terapie del digiuno, nel 1921, il digiuno e le diete caratterizzate da un basso contenuto di carboidrati/alto contenuto di grassi sono stati proposti per aumentare i livelli di chetoni a scopo terapeutico nei bambini epilettici. Ad oggi la chetogenesi trova applicazione nel trattamento di diverse patologie: patologie neurologiche, ginecologiche (Esempio: Sindrome dell’Ovaio Policistico), sindrome metabolica e obesità. La terapia chetogenica prevede un intervento che induce l’organismo a produrre ed utilizzare corpi chetonici: acetoacetato, B-idrossibutirrato e acetone. Queste molecole si formano con l’ingestione di acidi grassi introdotti con la dieta (diete chetogeniche ad elevato contenuto di grassi) e mediante la mobilizzazione di acidi grassi endogeni (digiuno e diete ipoglucidiche-ipolipidiche-normoproteiche). Simulando uno stato di digiuno, l’obiettivo è quello di indurre la produzione di corpi chetonici nel fegato, senza privare il corpo delle calorie necessarie per sostenere la crescita e lo sviluppo. I corpi chetonici generati entrano nel flusso sanguigno e vengono trasportati verso tessuti metabolicamente attivi: muscolo scheletrico, cuore e cervello dove vengono utilizzati come fonte energetica; l’acetone viene rapidamente escreto mediante urine e i polmoni.

Gli interventi dietetici che si basano sulla produzione di corpi chetonici e che vengono utilizzati nella pratica clinica per il trattamento della cefalea sono molteplici. In comune vi è la restrizione dei carboidrati e un adeguato apporto proteico, si differenziano in base al rapporto tra lipidi, carboidrati e proteine.

Meccanismi d’azione della Dieta Chetogenica nel trattamento della cefalea

Metabolismo energetico cerebrale: molti studi scientifici hanno evidenziato mediante risonanza magnetica che il cervello nei soggetti affetti da emicrania è costantemente in deficit energetico rispetto a quello dei soggetti sani. I chetoni hanno una maggior efficienza energetica rispetto al glucosio e ciò potrebbe mitigare il deficit energetico osservato. I chetoni possono produrre fino al 60-70% del fabbisogno energetico durante uno stato di chetosi fisiologica e sono utilizzati da tutte le cellule cerebrali come substrato energetico, in particolare i neuroni e gli oligodendrociti. La disponibilità maggiore di energia può migliorare il deficit energetico cerebrale specifico dell’emicrania.

Miglioramento delle disfunzioni mitocondriali: anomalie mitocondriali sono state osservate nei pazienti con emicrania e il recupero della loro funzione, mediante l’applicazione della dieta chetogenica, è stato correlato ad un miglioramento dei sintomi della cefalea.

Stress ossidativo: i pazienti con emicrania presentano un aumento dello stress ossidativo e si è ipotizzato che tale condizione sia il punto in comune di tutti i meccanismi d’azione con cui i diversi fattori scatenanti l’emicrania inducono l’inizio dell’attacco. I corpi chetonici, in particolare il B-idrossibutirrato, riducono la produzione di molecole reattive dell’ossigeno con un conseguente beneficio.

Meccanismi anti-infiammatori: i fenomeni infiammatori legati alle vie dell’Ossido Nitrico sono tra i fattori centrali nella fisiopatologia dell’emicrania. Il B-idrossibutirrato potrebbe agire inibendo i fenomeni neuroinfiammatori all’inizio degli attacchi di emicrania riducendo la stimolazione proinfiammatoria indotta proprio dall’Ossido Nitrico. Inoltre sempre questa molecola ha un effetto inibitorio nelle cellule immunitarie ovvero riduce la produzione di citochine infiammatorie e di conseguenza l’infiammazione.

Equilibrio glutammato/GABA: la dieta chetogenica induce un aumento della biosintesi dell’acido gamma-amminoidrossibutirrico (GABA), il più importante neurotrasmettitore inibitorio, mediante un’aumentata conversione irreversibile del glutammato in GABA. Un’ulteriore riduzione della concentrazione cerebrale di glutammato può essere dovuto anche a scopi energetici nei pazienti in chetosi. Questa informazione è molto importante perché il glutammato è un neurotrasmettitore eccitatorio e probabilmente è un trigger per l’emicrania.

Asse intestino-cervello: l’emicrania può anche essere scatenata da disturbi gastrointestinali. In particolare una disbiosi intestinale può determinare una condizione infiammatoria locale che può influenzare negativamente. La dieta chetogenica agisce sulla regolazione del microbiota intestinale.

Emicrania e sindrome metabolica: gli individui con sindrome metabolica sono a maggior rischio di sviluppare patologie cerebrovascolari, cardiovascolari, diabete, cancro, sindrome dell’ovaio polistico, ma non solo, infatti la sindrome metabolica è più prevalente negli emicranici che nella popolazione generale. Tra le caratteristiche legate alla sindrome metabolica, quelle maggiormente correlate all’emicrania sono bassi livelli di HDL colesterolo, l’iperglicemia e l’eccesso di grasso viscerale. Gli individui obesi e sottopeso sono entrambi a maggior rischio di sviluppare la cefalea cronica. E’ riportato in più studi che la perdita di peso può portare ad un miglioramento della frequenza degli attacchi di emicrania.

Possiamo quindi affermare che la Dieta Chetogenica è uno strumento molto importante ed efficace nel trattamento di differenti patologie, in particolare dell’emicrania. Non dimentichiamoci che per applicare questo protocollo bisogna affidarsi a figure professionali sanitarie abilitate e formate poiché è un trattamento molto delicato che non tutti gli individui possono intraprendere e necessita di opportune valutazioni prima di essere intrapreso.

Dott.ssa Giulia Massini

Ha collaborato con l'Ospedale infantile Regina Margherita presso l'ambulatorio dislipidemie e prevenzione cardiovascolare e segue progetti di intervento diagnostico terapeutico nella diagnosi precoce di iperlipemia aterogena in età pediatrica nel territorio piemontese.

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