Stress e fibromialgia

La fibromialgia è una condizione clinica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso associata ad astenia, disturbi del sonno, problemi cognitivi (es. di attenzione, di memoria), problemi psichici (es. ansia, depressione) e ad un ampio insieme di sintomi somatici e neurovegetativi. Caratteristica tipica della fibromialgia è la presenza di dolore diffuso a livello di tessuti molli, muscoli, legamenti e tendini.

La convivenza con la fibromialgia prevede ampiamente la presenza del dolore nella propria quotidianità.

L’OMS definisce il dolore come sensazione spiacevole ed esperienza emotiva dotata di un tono affettivo negativo associata ad un danno tissutale potenziale o reale e, comunque, descritta in rapporto a tale danno.

Quindi il dolore ha più componenti: sensoriale (nocicezione); affettivo-emozionale; cognitivo-comportamentale (conseguenze psichiche).

Il dolore è una esperienza che trasforma emotivamente l’individuo, in particolare quando è cronico e si trasforma esso stesso in malattia e fonte di stress, perdendo la valenza di sintomo di allarme. La risposta all’esperienza dolorosa è individuale e personale ed è influenzata dalle esperienze precedenti, dal carattere e dai significati che l’individuo attribuisce al sintomo dolore e dalle preoccupazioni che associa.

Generalmente, anche se in modo variabile da un individuo all’altro, il dolore di per sé è fonte di stress.

Lo stress è secondo l’OMS una delle funzioni di cui l’organismo umano dispone per far fronte alle pressioni ed alle minacce esterne e per adattarsi alle condizioni dell’ambiente di vita, e rappresenta pertanto un elemento essenziale del vivere stesso.

Lo stress, in condizioni “normali” è un’attivazione del sistema nervoso che permette al corpo di accorgersi del pericolo e di avere le energie per difendere la sua incolumità.

Tuttavia, quando le sollecitazioni che generano stress sono eccessive fino a diventare non sopportabili per la persona, lo stress determina conseguenze negative per la salute dell’individuo (si verifica in genere dopo circa 7 mesi di sollecitazione) diventando stress patologico.

Questo causa: ipercortisolemia con disturbi del tono dell’umore ed ormonali; ipotiroidismo; inibizione della risposta immunitaria all’infiammazione con aumento del rischio di patologie infettive e tumorali.

La gestione del paziente con dolore cronico è diventata una sfida sempre più stimolante negli ultimi anni, poichè interessa una fetta importante della popolazione (studi epidemiologici hanno evidenziato come il dolore cronico sia diventato la principale causa di richiesta di cure mediche da parte della popolazione.

Poiché la cura del dolore cronico presenta però ancora numerose criticità, per affrontare le sindromi dolorose complesse, è necessario disporre di un’equipe multiprofessionale dove diversi specialisti lavorano in un’ottica integrata per migliorare la qualità di vita del paziente, vero obiettivo di cura, soprattutto per quelle patologie in cui non è prevista la guarigione.

La fibromialgia presenta tra i sintomi cardine, associati ad altri sintomi variegati: dolore cronico, ansia e depressione che rappresentano fonti indipendenti di stress cronico per il paziente.

Per questo un buon controllo dello stress potrebbe permettere una ridotta percezione di tutti i sintomi della fibromialgia o almeno una migliore elaborazione degli stessi da parte del paziente, rendendolo più compliante verso gli altri trattamenti proposti con conseguente miglioramento complessivo della qualità di vita.

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