Fibromialgia e dieta chetogenica

La fibromialgia è una condizione clinica conosciuta da tempo ma solo recentemente ha ricevuto un riconoscimento formale dal consiglio superiore di sanità (CSS).

La sindrome è più frequente nelle donne rispetto agli uomini, può svilupparsi a tutte le età ed ha un’incidenza del circa 2% della popolazione.

La fibromialgia è caratterizzata da dolore muscolo scheletrico cronico e diffuso, associato ad astenia, disturbi del sonno, problemi cognitivi (attenzione, memoria), problemi psichici (ansia, depressione) e un ampio insieme di sintomi che, spesso, incidono sulla funzionalità sociale, lavorativa, quotidiana del paziente.

Le evidenze scientifiche degli ultimi anni portano a pensare che molte condizioni neurologiche siano accomunate dagli stessi meccanismi fisiopatologici. Quindi, diverse malattie neurologiche potrebbero avere dei trattamenti comuni, come l’alimentazione.

In questo contesto inseriamo la dieta chetogenica.

Cos’è la dieta chetogenica?

La dieta chetogenica è un tipo di nutrizione basato sul restringimento dell’assunzione di carboidrati. In questo modo, l’organismo è obbligato a produrre in maniera autonoma il glucosio e a cercare l’energia dai grassi contenuti nel tessuto adiposo.

Questa strategia è utile, come si può intuire, per diminuire il peso.

Ma questo tipo di alimentazione è utilizzata, da oltre 90 anni, per curare l’epilessia nei soggetti farmaco-resistenti.

Negli ultimi vent’anni, le conoscenze sui meccanismi biochimici sottostanti hanno prodotto ulteriori intuizioni che permettono di pensare di poter applicare la dieta chetogenica anche nel trattamento della fibromialgia.

Il processo di chetogenesi, infatti, ha proprietà anti-infiammatorie; aumento dei livelli di GABA (neurotrasmettitore che agisce come “riduttore” di stress e ansia; funzione neuro-protettrice.

Perché si abbia un regime chetogenico, bisogna limitare gli alimenti che hanno contenuto di carboidrati, evitare i cibi che ne sono ricchi, mangiare gli alimenti che non contengono carboidrati, favorendo, dunque:

– formaggi;

– carne, pesce e uova;

– ortaggi

E limitare invece:

– frutta;

– legumi;

– cereali, patate, derivati.

Prima, però, di intraprendere una dieta chetogenica, il paziente deve assolutamente concordare le modalità con il Medico di Famiglia e un team multidisciplinare (coinvolgendo, cioè, tutti i medici e i professionisti con il quale il paziente è in trattamento).

Non è detto che la dieta chetogenica vada bene per tutti i pazienti fibromialgici; non è detto che tutti gli organismi ne traggano giovamento.

Prima di un trattamento di questo tipo, bisogna capire anche le altre condizioni di base del paziente, oltre alla fibromialgia.

Possono esserci anche altri fattori da valutare e potrebbero anche esserci degli effetti collaterali che potrebbero peggiorare anziché migliorare se non si tengono in conto degli elementi che al paziente potrebbero sfuggire.

Oltre al fatto che i meccanismi della dieta chetogenica e le sue implicazioni non sono note appieno.

Poiché i trattamenti dietetici sono già noti per evocare una vasta gamma di complessi cambiamenti metabolici, la ricerca futura rivelerà senza dubbio un quadro meccanicistico più complesso per l’azione di questa dieta, che dovrebbe consentire formulazioni migliori che offrono un’efficacia comparabile o superiore con meno effetti collaterali.

Per questo è molto importante informarsi, coinvolgere medici e nutrizionisti, comportarsi in maniera critica e responsabile.

Fare domande e comunicare il più possibile è l’unica via che potrà aiutarvi per davvero, come la migliore delle medicine.

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