L’apologo Anagnino
– Di dove sei? Io sono di Lecce. E tu?
– Io sono di Anagni.
– Ma la città dei Papi?
– Si si. Proprio quella.
Anagni è entrata nella mia vita, così, a settembre del 2018. Con una conversazione iniziata per caso con un tipo incrociato su Tinder.
Possono le cose importanti della tua vita iniziare con uno strumento che, quando lo nomini, fa pensare tutt’altro che a delle cose profonde, grosse (non le dimensioni!)e care al cuore?
Ecco, si.
Qualche mese dopo il tizio Anagnino mi invitò a vedere la sua città dei Papi.
Mi portò al Chessè, il luogo di ritrovo del paese…e fu così che entrai nel suo mondo. Per non uscirne mai più.
Tutti pensano che sia finita al solito modo. Il tizio Anagnino mi ha portata a letto quella sera. Botta e via e ciao.
Ehm…no.
Allora… ti sei fidanzata con il tizio Anagnino.
No.
Invece è finita così. Piuttosto, è iniziata.
Quella sera, al Chessè conobbi Chiaretta che dopo qualche mese mi ha ospitata nella sua fantastica casa della nonna.
Il tizio Anagnino è diventato una delle persone più importanti ma anche più fastidiose della mia vita, senza mai averlo visto nudo.
E un anno dopo, Anagni è praticamente diventata la mia famiglia. E Chiaretta il vero nido d’Amore, perché è con lei che ho iniziato a dividere il lettone matrimoniale quando sono qui.
In questi tre anni la mia vita si è intrecciata con la vita di persone meravigliose, qui ad Anagni. E la mia amicizia con loro si snoda tra i vicoli di questo paese, tra i tavolini del Chessè, i gradini di fronte al Caffettiere, la casa di Giorgio, il soggiorno di casa della nonna.
Tutti posti tanto cari al mio cuore…e anche a Romolino.
È curioso come sia sempre più legittimato e contemplato il fatto di andare in un posto per la famiglia, per il fidanzato, per il lavoro…e che suoni sempre strano quando dico che vengo qui ad Anagni due volte l’anno da tre anni…anche se non c’è un fidanzato, un trombamico, il lavoro o la famiglia (di sangue).
Eppure è così. Vengo qui perché ognuno di loro si è presa una parte di me e mi ha lasciato una parte di loro. Punto.
Ogni volta c’è sempre la sorpresa di qualche persona che mi sorprende ed entra in risonanza con una parte di me e mi fa dire o pensare cose che non dico e penso con nessun altro.
Perché quando prendi la vita così come viene, quando ti lasci semplicemente trasportare, quando non metti etichette e cornici e sei solo una tavoletta di cera bianca di fronte all’imprevisto e all’inaspettato…possono succedere delle cose favolose. Che si chiamano Chiaretta, Flavia, Valerio, Giorgio, Bisneff, Bre, Jessica, Mimmo, Antonio, ADP, Veronica, Robertino, Guido…e tanti, tanti altri.
Possono degli amici muoverti per 600 km da Torino o per 600 km da Lecce solo perché ti piace stare con loro? Ti piace vederli, abbracciarli, respirare la loro quotidianità, disturbarli a casa anche solo per chiedere come stanno? Anche solo per una settimana all’anno?
Evidentemente si.
A quanto pare, più riempi il cuore, piú diventa ampio per accogliere ancora nuove cose.
E per i miei Anagnini ci sarà sempre un sacco di spazio.