Sport e Fibromialgia

Spesso si pensa che la Fibromialgia e lo sport si escludano l’un l’altro; tuttavia, dei recentissimi studi dimostrano il contrario.

Facciamo un breve riepilogo.

La fibromialgia (FM) colpisce circa l’1-3% della popolazione generale ed è più comune tra le donne e in età avanzata.

Non conosciamo ancora l’eziologia della Fibromialgia; sappiamo per certo che è una sindrome da sensibilizzazione centrale caratterizzata dalla disfunzione dei processi sensoriali che rilevano e convogliano i segnali di dolore e lo estrinsecano soprattutto a livello dell’apparato muscoloscheletrico.

Il dolore muscoloscheletrico ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla capacità lavorativa per gli individui e comporta grandi costi non solo per l’individuo ma anche per la società.

Il dolore indotto dall’attività è una caratteristica comune nella FM e potrebbe essere una ragione per cui i pazienti evitano attività ed esercizi che potrebbero aumentare il dolore.

Numerose evidenze cliniche hanno documentato che i pazienti fibromialgici sono fisicamente decondizionati, vale a dire che diminuiscono fino a quasi arrestare del tutto qualsiasi forma di attività fisica.

L’aggravamento del dolore muscoloscheletrico diffuso dopo l’esecuzione di sforzi fisici induce i pazienti a limitare le proprie attività; si crea così un circolo vizioso in cui la forma fisica peggiora progressivamente e la tolleranza allo sforzo si riduce inesorabilmente.

Il decondizionamento fisico porta ad una maggiore ischemia muscolare, aumenta la sensibilizzazione periferica e contribuisce alla sensibilizzazione centrale. Quindi, se il dolore porta al decondizionamento, il decondizionamento stesso peggiora le condizioni fisiche del paziente della fibromialgia.

Quando l’esacerbazione del dolore si verifica non solo per sforzi fisici di una certa intensità ma in seguito all’esecuzione delle normali attività di vita quotidiana, si instaura una vera e propria disabilità.

L’attività è, dunque, necessaria per mantenere o migliorare la forza muscolare.

Le attuali linee guida per i pazienti con Fibromialgia includono raccomandazioni soprattutto per l’esercizio aerobico, come la camminata veloce e il ciclismo, il nuoto o gli esercizi in acqua come parte importante della gestione a lungo termine della FM, poiché in diversi studi questo tipo di esercizio ha dimostrato di migliorare la salute generale e la funzione fisica.

L’ottimo sarebbe esercizio fisico due/tre volte alla settimana, con una sessione di durata media che va tra i 40 e i 60 minuti; gli esercizi in acqua calda (con temperatura superiore ai 34°) o addirittura termale migliorerebbero anche i sintomi di accompagnamento come la depressione, l’ansia e lo stress.

Una o più sedute con la supervisione del fisioterapista sono molto utili per imparare la corretta esecuzione degli esercizi (ad esempio stretching dei principali gruppi muscolari).

Di fondamentale importanza è monitorare il dolore post-esercizio al fine di valutare se il programma prescritto è calibrato sulle proprie possibilità; in caso di riacutizzazione si deve ridurre l’intensità del carico di lavoro, almeno temporaneamente.

Ci sono, invece, pochi studi che valutano gli effetti dell’esercizio di resistenza, che migliorano la forza muscolare e lo stato del dolore.

Una possibile ragione per la scarsità di studi in questo senso è il rischio di aumento del dolore durante la contrazione muscolare.

Tuttavia, il dolore indotto dall’esercizio durante la resistenza progressiva potrebbe essere evitato con l’introduzione graduale di carichi più pesanti.

Inoltre coinvolgere attivamente il paziente nella pianificazione del trattamento migliora la capacità del paziente di gestire i problemi di salute

Le strategie terapeutiche non farmacologiche finalizzate a migliorare la forma fisica aerobica, la forza e la resistenza muscolare sono di grosso aiuto nel tentativo di ridurre la disabilità indotta dalla malattia. L’attività fisica aerobica e l’esercizio fisico quando sono pianificati, strutturati, ripetitivi determinano un miglioramento o il mantenimento di uno o più aspetti della forma fisica; inoltre si sono dimostrate metodiche efficaci soprattutto quando sono in associazione con strategie cognitivo-comportamentali, nel tentativo di ridurre lo stress psicologico, il decondizionamento muscolare, l’astenia ed i sintomi depressivi.

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