Insuperabili: l’esperienza di Gabriele Vicario

Con molto piacere oggi vorrei presentarvi Gabriele Vicario, atleta della Selezione Insuperabili, nonché della Prima Squadra dell’Academy di Genova.

L’esperienza nell’accademia calcistica gli ha permesso di migliorare calcisticamente, ma anche di riscoprire il valore dell’amicizia e l’importanza dell’aiuto reciproco.

Come e quando hai scoperto il progetto di “Insuperabili”?

Ho scoperto questo progetto grazie ad un mio compagno di classe che tuttora fa parte di “Insuperabili”.
Un giorno, infatti, mi chiese di andare a vedere un suo allenamento e, proprio guardando la squadra allenarsi, cominciai a pensare che poteva interessare anche a me entrare a far parte di quel mondo. Andai subito a parlare con il presidente, per chiedergli se fosse stato possibile fare una prova, e lui mi rispose che potevo partecipare già il martedì o il giovedì seguente.
Da allora ho iniziato a far parte di questa nuova realtà, che scoperto a poco a poco.
Sono passati cinque anni e quindi mi sento di ringraziare il mio amico Marco per avermi fatto conoscere questo progetto di cui sono molto felice di far parte.

In che ruolo giochi?

Io da quando ho iniziato fino ad ora ho sempre fatto il difensore.

Com’ è stato il tuo primo allenamento con la squadra di “Insuperabili”?

Il mio primo allenamento è stato fantastico perché tutti mi hanno accolto molto bene, dai mister ai miei compagni. E’ stata veramente un’esperienza unica e sono molto felice perché mi ha permesso di conoscere delle belle persone, che ancora adesso fanno parte della mia vita e con cui sono contento di passare del tempo.

Tutti i ragazzi che ho intervistato mi hanno parlato di “Insuperabili” come di una grande famiglia, anche per te è così?

Sì, questo è il giusto modo per descrivere “Insuperabili”. Siamo una grande famiglia, e proprio come si fa nelle famiglie ci aiutiamo gli uni con gli altri alla prima difficoltà.
E’ questo il bello di questo progetto.

Ti ha cambiato quindi entrare a far parte di “Insuperabili”?

Sì, mi ha cambiato perché ho trovato delle persone fantastiche e sono migliorato sia come persona che calcisticamente.
La cosa bella è che mi ha fatto incontrare degli amici veri, con cui posso confidarmi, mi ha dato la possibilità di uscire e di essere più aperto, anche con me stesso.

Vuoi raccontarci qualcosa di particolare o di significativo della tua esperienza?

Un aspetto di questa esperienza che mi rende molto felice è l’aiutare i miei compagni. Quando posso aiutarli a fare degli esercizi mi sento molto bene, è sempre bello aiutare chi è in difficoltà, fa capire molto della vita.
Ma l’emozione più bella e forte che ho vissuto, in questi cinque anni di “Insuperabili”, è stata vincere con la Selezione la coppa a Coverciano e diventare Campioni d’Italia, in diretta Sky.
Spero di rivivere un’emozione così, soprattutto dopo quest’anno di pandemia.

Cos’è cambiato da quando è iniziata l’emergenza Covid-19?

E’ stato un anno molto difficile, soprattutto a livello mentale.
Per quanto riguarda l’allenamento, a seconda del colore della regione ne varia la durata e la modalità. Chi è in zona gialla può fare un’ora e mezza di allenamento, chi è in zona arancione può fare 50 minuti a gruppo, mentre chi è in zona rossa può fare solo l’allenamento da casa.
Con gli Insuperabili di Genova abbiamo ripreso ad allenarci all’inizio di gennaio, il martedì ed il giovedì, senza ovviamente fare le partite.
Però, durante il lockdown, mi sono allenato molto da casa, facevamo delle videochiamate con il mister. Devo dire che è stato divertente, anche se non è come allenarsi in campo. E’ stato un modo per stare insieme, per rivederci e soprattutto per rimanere allenati. Quindi ,secondo me, il team “Insuperabili” ha avuto una bella idea a proporci questo tipo di allenamento.

Per concludere, consiglieresti ad altri ragazzi di entrare a far parte di “Insuperabili”?

Sì, assolutamente.

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