Oncologia e vita di coppia

A pochi giorni dal giorno di San Valentino, focalizziamo la nostra attenzione sulla vita di coppia durante la lotta quotidiana al cancro.

Nello sforzo di immedesimarci nel malato e nel partner del malato, possiamo fin da subito affermare che l’amore e la vita di coppia sono messe a dura prova dalla routine e da problemi ben più semplici e meno complessi di una sfida quale è la lotta contro una malattia neoplastica.

La diagnosi di un male fino a pochi anni fa definito “incurabile” arriva prepotente nella vita di coppia sconvolgendo la sensibilità, l’aspettativa futura, la proiezione della propria esistenza assieme all’altro.

Lo diciamo spesso, quando parliamo di oncologia: la vita è per tutti, tutti noi, un gioco all’improvvisazione; una gara che vince solo chi riesce a godersi il qui ed ora e a vivere momento per momento.
Nessuno sa cosa ci riserva l’attimo successivo; cerchiamo costantemente di pianificare, ci preoccupiamo sempre di cosa potrebbe riservarci il futuro. Ma nessuno ci dà la garanzia che questo futuro arriverà davvero. Potrebbero succedere mille altre cose perfino più piacevoli di quelle paventate che potrebbero costringerci a scombinare i nostri piani.
Ma queste logiche di vita sembrano amplificate e, se possibile, avallate a maggior ragione quando parliamo di cancro.

Crollano le certezze di chi porta il peso della malattia e anche di chi ci ha costruito assieme l’esistenza. Di chi ha sognato una vita felice, di chi ha pianificato un futuro, di chi ha passato un’intera vita accanto a chi, in quel momento, è malato.
Le dinamiche vengono travolte e stravolte da interrogativi, dubbi, incertezze, dalla paura di non farcela. Di superare la malattia, di affrontare la malattia e di sostenere, con altrettanta forza, chi sta combattendo accanto a noi.

Possiamo immaginare l’abbattimento psico-fisiologico del malato a cui il partner deve far fronte, ma non è solo quello.
La malattia può farci sentire meno attraenti e meno appetibili per diversi motivi.
Le cure sconvolgono l’aspetto fisico; basti pensare a cosa possa significare per una donna l’asportazione della mammella per un tumore al seno; il dimagrimento repentino o il prendere peso a causa delle cure; la perdita dei capelli, conseguenza molto conosciuta della chemioterapia; il pallore; il corpo che cambia ai nostri occhi e allo specchio. Il dolore e la stanchezza sono compagni di ogni giorno.
Il paziente stesso potrebbe avere sensi di colpa e pensare che il compagno meriti un partner più affascinante, più prestante e sano.
D’altra parte, anche il compagno si scoprirà ad affrontare dentro di sé pensieri di appesantimento e fuga quando e se il suo partner sarà di malumore, mentalmente assente, poco attraente, in molti sensi.
E non dev’essere per forza egoismo o scarsa resilienza. Anche chi sta accanto è un essere umano, con le sue debolezze, con le sue necessità.

Ognuno ha le sue motivazioni e non deve essere o sentirsi giudicato.
Alla luce di queste considerazioni, però dovremmo riflettere sul fatto che sarebbe estremamente utile e sano per entrambi chiedere il sostegno specializzato di uno psicologo di coppia, meglio ancora psico-oncologo; ognuno dei due dovrebbe portare avanti anche singolarmente un percorso personalizzato, innanzitutto perché ciascuno deve accettare senza alcun senso di colpa i sentimenti che prova verso l’altro; poi perché affrontare con consapevolezza e chiarezza questa sfida, sia che sia il diretto interessato, sia che sia il suo partner, è fondamentale.
Il sostegno specializzato potrebbe portare a vedere dei punti di vista inesplorati, e potrebbe contribuire a creare un progetto di coppia con occhi ed energie inaspettate.

Non chiudetevi a riccio; non giudicatevi, non colpevolizzatevi.
Apritevi alle persone più vicine ma, soprattutto, a chi è adeguatamente formato e specializzato.

Non esitate a contattarci per saperne di più.
Noi siamo al vostro fianco, sempre.

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