Tocco Armonico® Perché questo massaggio genera effetti benefici sulla salute umana?

Oggi proseguiremo con la seconda parte dell’intervista ad Enzo D’Antoni ed Erika Mainardi, rispettivamente ideatore e collaboratrice/operatrice di “Tocco Armonico®”. La scorsa volta ci hanno spiegato come nasce l’idea del “Tocco Armonico®”, quali sono le sue principali applicazioni in campo della terapia del dolore ed i benefici a livello psichico, fisico ed emozionale.

Oggi ci spiegheranno meglio come si svolgono le sedute e in cosa consiste il “Tocco armonico®”.

Per l’operatore che agisce il “Tocco Armonico®”, che si muove all’interno di un lavoro corporeo sensibile, collocato tra la propria sensibilità terapeutica e le potenzialità terapeutiche del paziente, le mani sono uno strumento importantissimo. Ma quali sono le sue funzioni peculiari?

Enzo D’Antoni: Una seduta di “Tocco Armonico®” prevede una valutazione iniziale basata sul racconto del problema di salute che presenta la persona, sia di natura fisica che psicologica. Per noi operatori è molto importante conoscere una parte della biografia della persona perché noi andiamo a leggere sul suo corpo questi problemi di salute e di conseguenza andiamo ad individuare delle zone più tese, più congeste piuttosto che più ipotoniche, più vuote, andandoci poi a lavorare.

Il “Tocco Armonico®”, infatti, non va tanto a lavorare per diagnosi, per comparti stagni o per sintomi, ma lavora nell’insieme del corpo e di come si esprime a noi operatori.

Ad esempio un paziente che soffre spesso di cefalea inizialmente può raccontarmi il suo problema di salute, ma magari mi racconta anche quello che sta vivendo in quel momento o che cosa l’ha portato a vivere quel problema. Solitamente ci sono dei traumi importanti e da questo racconto e dalla “passeggiata esplorativa”, in cui si richiede alla persona di camminare avanti ed indietro, l’operatore nota delle parti del corpo della persona che lo “attirano”. Una volta individuate, lavora su queste non andando magari neanche a toccare, in questo caso, la testa. Questo proprio perché ci sono delle stazioni comando rispetto al sintomo nel corpo che hanno a che fare con quel mal di testa e a volte, sbloccando questi blocchi energetici, si sblocca il loro problema. Le persone però spesso rimangono stupite del fatto che non si vada a trattare il punto in cui loro sentono dolore.

Quindi voi capite da come una persona cammina, dalla passeggiata esplorativa, quali parti del corpo andare a trattare?

Erika Mainardi: Sì, c’è un lavoro di osservazione, frutto di un allenamento a livello formativo, in cui si osserva il linguaggio del corpo ma senza andare a dare un significato, come nella psicosomatica, nella metamedicina o nella diagnosi medica.

Andiamo ad osservare addirittura come cadono i vestiti, se si porta la frangia, il lato da cui si porta il ciuffo, l’apertura dello sguardo, le guance, il modo di mettere le mani, la postura. Anche il minimo particolare è significativo per noi. È come se, con questo lavoro di allenamento, quando si va ad osservare la persona, si ha una sorta di “attrazione” verso una determinata parte del suo corpo, che andiamo poi a trattare nella fase successiva, scegliendo per priorità due o tre punti. Quando la persona è sdraiata poi si va a rivalutare quello che si è visto nella passeggiata esplorativa, perché anche il cambio posturale può creare dei cambiamenti e di conseguenza valutiamo la giusta pressione prima di andare a trattare la persona.

Enzo D’Antoni: La cosa interessante è che molti pazienti dicono di aver proprio bisogno di essere toccati in quel punto e ci chiedono come abbiamo fatto a capirlo. Questo perché noi esprimiamo quello che abbiamo dentro attraverso il corpo, soprattutto attraverso la pelle che è in pratica questo riverbero esterno che ci dice tutto; se poi siamo molto attenti ci dice molte cose della persona.

Erika Mainardi: Si va ad agire sui collegamenti a cui il corpo ti indirizza, quella parte che “attira” l’operatore solitamente ha uno stretto collegamento con la problematica del paziente e magari non lo si capisce neanche nell’immediato.

Negli anni abbiamo scoperto tutta una serie di collegamenti avendo delle intuizioni, sperimentandole, osservandole e facendole diventare dei paradigmi, se venivano confermate. Ad esempio, abbiamo scoperto che le problematiche della tiroide hanno dei grossi collegamenti con la zona del sacro. Da allora facciamo molta attenzione nella passeggiata esplorativa, quando vediamo un sacro un po’ turgido, sporgente. In questi casi una delle prime domande che facciamo alla persona ricevente è se ha avuto o ha problemi di tiroide. Infatti, trattando la zona del sacro, abbiamo visto che il corpo attiva una serie di meccanismi di guarigione accelerata sui problemi della tiroide.

Quanto dura una seduta di “Tocco Armonico®”? Ha una durata diversa a seconda del tipo di problema che si deve gestire?

Enzo D’Antoni: Una seduta di “Tocco Armonico®” dura da un minimo di due o tre minuti ( in situazioni di emergenza/urgenza) ad un massimo di due ore, che è l’ideale. In studio, come media si fa un’ora e un quarto o un’ora e mezza, soprattutto con persone fibromialgiche che da anni soffrono per le loro problematiche. In ospedale, invece, i tempi sono molto ristretti per necessita organizzative ma, anche in sedute che vanno dai cinque ai quindici minuti, si ottengono benefici molto significativi ed importanti per la persona. Questo grazie all’allenamento continuo degli operatori nel praticare anche in poco tempo.

Erika Mainardi: Io ad esempio, lavorando in Terapia del Dolore, spesso mi trovo ad avere tempi stretti, ma, anche in cinque minuti, riesco a lavorare sull’ansia e sulla paura dei pazienti, permettendogli di stare più rilassati e meno travolti dalle emozioni negative.

Quando invece si ha la possibilità di fare un’ora e un quarto o un’ora e mezza si può intraprendere un vero e proprio percorso atto ad un cambimento duraturo nel tempo. È il caso della Fibromialgia, che è una problematica complessa che ha bisogno di una continuità, che non vuol dire dipendenza perché noi cerchiamo anzi di lavorare proprio sulla resilienza dei pazienti. Tant’è che, ad un certo punto, la persona riconosce che non vuole più fare questo massaggio perché ha male, ma per il proprio benessere.

Cosa “sente” il paziente durante una seduta di “Tocco Armonico®”?

Enzo D’Antoni: Abbiamo sperimentato, non solo noi ma anche altri operatori, che il paziente ad un certo punto della seduta sperimenta una sensazione di rilassamento profondo in cui non sente più i rumori, o almeno li sente attenuati e se ne “distacca”. Le persone ci riferiscono che una seduta di “Tocco Armonico®” equivale a otto-dieci ore di sonno profondo e rigenerante. Ci si sente alleggeriti, svuotati e piano piano ci si rinvigorisce e ci si ricarica di nuove energie. Questo succede perché si lavora sul self-empowerment della persona, quindi tutte le risorse interne, che sono talvolta silenti anche nel processo della malattia, si risvegliano nella stimolazione dell’energia vitale, il Qi della medicina tradizionale cinese. L’energia vitale incomincia a fluire bene ed a sostenere la persona, non so a livello fisico e metabolico, ma anche a livello psico-emozionale. La persona, in un processo di autoguarigione, sviluppa la progettualità ed inizia a vedere con più fiducia il suo percorso terapeutico.

Il “Tocco Armonico®” stimola la produzione di endorfine che agiscono positivamente sul dolore e facilitano il sonno, ma anche di altri ormoni. L’ossitocina, che è l’ormone dell’empatia, dell’amore, della relazione, che va a calmare lo stress perché agisce sulla Corticale Surrenalica che produce cortisolo. La dopamina e la melatonina, che permette di riposare dormendo con continuità anche nei giorni successivi alla seduta. Stimola poi la produzione di serotonina, che è l’ormone del buon umore, e di grandi quantità di dopamina che è l’ormone del piacere: ecco perché quando il paziente scende dal lettino, è sorridente e riferisce di sentire proprio con piacere il suo corpo. Nel fibromialgico questo è molto importante, perché la persona, dopo anni di dolore costante, inizia a non sentire più dolore, percepisce la piacevolezza di un corpo alleggerito.

Enzo D’Antoni: la peculiarità deI“Tocco Armonico®”è che si parte proprio dall’osservazione della persona lavorando in assecondamento dei “percorsi energetici”che si manifestano durante la seduta; come operatori andiamo così a stimolare tutto quello che c’è di attivo, superando i limiti mentali, andando a “organizzare” tutto ciò che c’è di buono nel corpo del ricevente per dare risposte di salute al di là di qualunque pregiudizio e giudizio.

Il medico, solitamente, dà un farmaco per agire su una problematica localizzata, noi, invece, agiamo sull’intero sistema corpo e permettiamo alla persona di incominciare a lavorare nell’aspetto più profondo, della coscienza, della consapevolezza di quello che è il suo conflitto interiore, perché, alla base di una sofferenza cronica, di una patologia, c’è sempre un qualcosa di irrisolto a livello psico-emozionale, a meno che non sia un trauma. Ad esempio se una persona soffre per tanto tempo di gastrite e la trascura, questa può poi diventare un’ulcera e perforarsi, perché ad esempio la persona buttava giù “bocconi amari”, non riuscendo a reagire a certe situazioni. Molte persone arrivano a degli stati devastanti perché hanno aspettato di arrivare al limite prima di intervenire.

Enzo D’Antoni: Ho visto molte persone che, facendo un percorso con il “Tocco Armonico®”, e contemporaneamente con lo psicoterapeuta, (anche se non è detto che sia sempre necessario farlo), hanno rivoluzionato la propria vita. Non è un tocco “magico” come lo chiamano alcuni, ma è tutta “farina del sacco” della persona trattata, non dell’operatore. E’ ovvio che l’operatore è un facilitatore e deve saper toccare certe parti del corpo in un certo modo e in maniera consapevole, ma è il corpo della persona che si guarisce, che porta la persona a consapevolizzare, a intravedere delle soluzioni e delle possibilità.

Erika Mainardi: durante la seduta di “Tocco Armonico®”, il massaggio stesso permette al ricevente di focalizzarsi sulle percezioni e quindi di unire le sensazioni scatenando un processo di acquisizione di consapevolezza. Una maggior consapevolezza aumenta a sua volta la percezione e favorisce l’integrazione del cervello con il corpo: un “unico intero diviso” che noi percepiamo come corpo quando noi siamo realmente a contato con esso nel qui ed ora.

Enzo D’Antoni: come ho detto prima non devono arrivare da noi solo i casi limite, perché prevenire significa evitare che quel piccolo conflitto diventi grande, poi sintomo e patologia in seguito, anche se In Italia si fa fatica a lavorare sulla prevenzione.

Il vostro metodo viene applicato solo da voi e presso il Tocco Armonico Center o è stato adottato anche da altri?

Enzo D’Antoni: Noi abbiamo fatto per molti anni formazione in ospedale, presso la Città della Salute e della scienza di Torino. Quindi da nove anni a questa parte il “Tocco Armonico®” viene praticato da medici, infermieri, fisioterapisti, OSS, logopediste, psicoterapeute in ospedale. Negli ultimi anni, aprendo la formazione anche a tutta Italia, sono stati formati anche naturopati, kinesiologi, massaggiatori ed altri operatori che si occupano di benessere. Possono frequentare la formazione anche caregivers in senso stretto laddove possano essere di aiuto nella gestione di patologie invalidanti di un proprio familiare.

Erika Mainardi: Questo proprio perché, negli anni, abbiamo scoperto che il “Tocco Armonico®” può davvero essere utile in integrazione alla medina convenzionale a livello sanitario. Quindi, permettiamo di frequentare il corso di formazione a familiari che hanno difficoltà ad esempio a gestire solo farmacologicamente l’ammalato, oppure nel caso delle persone tetraplegiche, paraplegiche, con ritardi cognitivi o psicomotori etc….

Enzo D’Antoni: il Tocco Armonico Center di Torino è il primo studio da me aperto in Italia. Nel tempo conto di aprirne altri per favorire l’accesso a chi si trova troppo lontano.

Abbiamo già parlato dei corsi di formazione, come sono strutturati? Chi può accedervi, c’è bisogno di una preparazione sanitaria particolare?

Erika Mainardi: Attualmente, ci siamo fermati con i corsi di formazione per la Città della Salute di Torino, per problematiche logistiche legate al momento attuale. Come accennato sopra, abbiamo attivato da più di due anni anche un “corso esterni”, che noi chiamiamo “Esterni alla Città della Salute” per rispondere alla forte richiesta di persone provenienti da tutta Italia. Tendiamo comunque ad insegnare la tecnica a professionisti che hanno già seguito studi nell’ambito sanitario o sulla relazione d’aiuto o come detto prima si occupano di benessere e salute psico-fisica, per evitare di mettere la tecnica “nelle mani di tutti “e rischiare di inquinarla, di usarla male o solo a fini di lucro…In ogni caso, essendo l’impegno del corso molto elevato, sia a livello di percorso personale che di ore di formazione teorico-pratica (circa 135 ore, un week end al mese suddiviso in moduli), questo scoraggia già chi avesse cattive intenzioni, permettendo di selezionare in maniera più scrupolosa i candidati.

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