L’apologia del torcicollo

È stata una settimana piena.
Così piena che attivo al post del venerdì stanca, spompata e priva di qualsiasi vena artistica.
Questa settimana ho imparato un sacco di cose:
– non si finisce mai di imparare. Ed è una cosa bellissima;
– quando credi di saper fare una cosa, molto probabilmente ti stai riferendo alla cosa sbagliata; o, ancora più probabile, sei il solo a pensare che la sai fare;
– crescere è quella cosa che ti succede quando senti di aver affrontato il super mostro di livello e ti accorgi che non sei neanche messo così male come pensavi; e ti senti leggero leggero. Come il polistirolo;
– quando mia madre mi diceva di pulire casa e sistemare il letto perché “e se viene qualcuno…?” aveva ragione;
– quando mia madre mi diceva di lavarmi e essere sempre “in ordine aveva ancora più ragione;
– nella vita, un giorno, potresti alzarti con un torcicollo che ti blocca tutta per metà, e tu dovrai chiamare un medico di guardia
che venga a visitarti e a fare una puntura, quando casa tua sembra uscita dal terremoto in Irpinia;
– dopo aver accolto quattro volte il medico in casa potresti finalmente mettere gli occhiali e scoprire che stai mostrando il tuo culo e le tue mutandine sbiadite ad un affascinante trentenne che ha visto che non sei capace di tenere la testa sul cuscino, senza sbavare, manco per il tempo di una iniezione.

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