La luce blu fa bene al sonno e migliora le capacità cognitive

Luce blu sì o luce blu no?
Per anni gli esperti hanno rimarcato gli effetti negativi della luce blu degli schermi, tablet, smartphone, pc e altri dispositivi elettronici ai quali siamo sempre più connessi e per sempre più tempo.
Il punto è che forse in questi studi non veniva mai specificato quanto e in che quantità la luce blu fosse dannosa per il cervello umano.

Un team di ricercatori guidato da William D. “Scott” Killgore, psichiatra del College of Medicine dell’Arizona ha scoperto che in realtà l’esposizione alla luce blu per circa mezz’ora al mattino presto aiuta a migliorare la qualità del sonno notturno, a ridurre la sonnolenza diurna e di conseguenza sarebbe utile per quei pazienti che hanno subito un trauma cranico o un danno cerebrale con lievi lesioni.

Lo studio clinico randomizzato ha sottoposto i soggetti alla luce blu per circa 30 minuti ogni mattina per 6 settimane (1 mese e mezzo), il gruppo di confronto invece è stato sottoposto ad una luce ambrata e brillante e ciò che ne è emerso è stata una maggiore produzione di melatonina durante la notte e un miglioramento della regolarità, del cosiddetto “ritmo circadiano” da parte di chi aveva guardato la luce blu.

Questa è stata la scoperta sorprendente, mentre che il cervello si riparasse e si rigenerasse da solo durante il sonno non è una novità, numerose ricerche lo hanno appurato in passato. D’altronde questa è una delle funzioni principali del sonno.

Per capire il funzionamento del cervello umano e associarne i risultati della ricerca fatta da Killgore e soci è necessario fare un passo indietro di milioni di anni e tornare all’epoca degli uomini primitivi i cui ritmi biologici erano regolati dall’alternanza naturale luce-buio con assenza di luci artificiali, come sappiamo le cellule umano hanno memoria e noi, donne e uomini del 2020, ancora conserviamo come in un “file” interno le abitudini dei nostri lontanissimi antenati e ci siamo evoluti in base a ciò che ci hanno trasmesso nei millenni, tra cui un ritmo sonno-veglia basato sulle 24 ore, ecco perché è sempre buona norma andare a dormire all’incirca alla stessa ora e non sconvolgere questo ritmo.

La melatonina, l’ormone che regola il sonno, si attiva quando cala il buio, o meglio detto in termini più scientifici, il buio ne stimola il rilascio. Ai nostri tempi però non viviamo più come gli uomini preistorici, siamo continuamente stimolati da luci artificiali oltre che da impegni che non riusciamo/vogliamo procrastinare, non ci spegniamo mai insomma.

La speranza è davvero che questa scoperta possa aiutare i pazienti colpiti da lesioni cerebrali ad avere un sonno migliore e quindi riparatore nei confronti della lesione.

 

Fonte: Medscape

 

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