Convegno “disturbi cognitivi a confronto. Prevenzione, diagnosi, terapia”.

Il 30 Novembre, a Torino, presso la sala conferenze Copernico Garibaldi, si è tenuto il congresso “Disturbi cognitivi a confronto. Prevenzione, diagnosi, terapia“, organizzato dal Centro Medico Mens CPZ.
Diviso in tre sessioni, il congresso ha affrontato diverse tematiche, dalla diagnosi, alla terapia, alla gestione del paziente e ha permesso alle diverse figure sanitarie coinvolte di confrontarsi su un tema delicato e ricco di spunti clinici quali le demenze.

Con il termine demenza si intende una sindrome caratterizzata dalla compromissione delle principali funzioni cognitive senza alterazioni della coscienza, di entità tale da alterare lo svolgimento delle comuni attività sociali e lavorative.

Di solito, il primo segno visibile e riconoscibile dai famigliari é la perdita di memoria a breve termine. I sintomi di esordio sono spesso sovrapponibili ad un declino cognitivo lieve o dovuto all’età, ma la progressione diventa visibile nel tempo.
L’alterazione memoria breve termine è il sintomo più frequente nella Malattia di Alzheimer ed è caratterizzata dalla difficoltà nell’acquisizione di nuove informazioni; possono essere presenti cambi repentini d’umore; sviluppo di problemi nel linguaggio.
Nelle fasi precoci il paziente avverte con frustrazione la diminuzione delle capacità cognitive e i familiari possono notare dei comportamenti strani associati a labilità emotiva.
Progressivamente il paziente inizia ad aver bisogno di aiuto nelle attività quotidiane e fa difficoltà ad utilizzare i riferimenti spazio-temporali, per cui diventa confuso. La vita sociale è compromessa e il malato può essere aggressivo, non collaborante e allo stesso tempo compare la tendenza a evitare le relazioni sociali.
Nella fase più tardiva di malattia il paziente perde la sua autonomia, non può camminare, alimentarsi e vivere la sua quotidianità e spesso necessita il ricovero in strutture di lungodegenza.

La diagnosi di demenza e la successiva gestione del paziente è abitualmente di competenza del neurologo o del geriatra, che tuttavia necessitano della collaborazione integrata di numerosi altri specialisti.
Un ruolo importante è quello del Neuropsicologo, sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica. Uno strumento diagnostico molto importante infatti sono i test neuropsicologici, che servono ad indagare le principali funzioni cognitive che possono essere alterate in una demenza, come ad esempio la memoria, l’attenzione, il linguaggio, la capacità di eseguire compiti complessi o ragionamenti astratti.
Il percorso per giungere alla diagnosi poi si articola in diversi step, che prevedono esami di laboratorio, esami neuroradiologici (TAC, Risonanza Magnetica, PET) ed eventualmente esami genetici o infine il prelievo del liquido cefalo-rachidiano (il liquido che avvolge e protegge il cervello).

Le demenze sono il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, esposizione a fattori ambientali e alimentari, e interazioni con altre malattie.
Non sempre è facile effettuare una diagnosi precisa della demenza, perchè ne esistono diverse forme e nelle prime fasi della malattia i sintomi clinici sono spesso simili.

Le demenze sono classificabili in:
– primarie degenerative (ad esempio Malattia di Alzheimer, Demenza Fronto-temporale, Atrofia Multisistemica, ecc..)
– secondarie, ovvero associate ad altre patologie sistemiche o del sistema nervoso centrale.

La Malattia di Alzheimer rappresenta il 50-60% circa di tutti i casi di demenza ed è la forma più frequente in età senile; mentre in età presenile sono più diffuse le demenze fronto-temporali.
Le demenze secondarie possono essere causate da disturbi metabolici oppure da patologie cerebrali (come tumori, infiammazioni e infezioni) o da malattie vascolari. Alcune forme di Demenza secondaria possono essere reversibili.
La demenza vascolare è la seconda causa più frequente di demenza nel mondo occidentale e costituisce circa il 20% dei casi.
Le demenze reversibili rappresentano circa il 15% di tutte le demenze e possono essere associate a malattie neurologiche (idrocefalo normoteso, sanguinamenti cerebrale, tumori cerebrali, neuro-sifilide) o generali (carenza di vitamine, alcolismo, infezioni, disturbi della tiroide, disturbi respiratori, ecc..).
Le attuali conoscenze in campo genetico e neuropatologico spesso permettono una corretta definizione diagnostica delle forme neurodegenerative primarie, ma ancora quasi il 30% dei pazienti con deterioramento cognitivo non giunge ad una diagnosi definita e spesso vengono sottovalutati possibili indicatori di patologia secondaria.

Inoltre, dato il forte impatto della malattia cognitiva sulla socialità e autonomia non solo del paziente, ma anche di chi se ne occupa, è importantissimo uno sforzo trasversale di diverse figure professionali e non nella vita del paziente per una diagnosi precoce e una corretta gestione dell’intero decorso della malattia.
La considerazione che attualmente le terapie farmacologiche in nostro possesso alleviano i sintomi e ne rallentano la progressione, ma non modificano il decorso della malattia, può far paura.
Tuttavia le conoscenze attualmente in nostro possesso ci permettono di agire in modo efficace nelle fasi precliniche o precoci di malattia per ritardare il più possibile la fase sintomatica del disturbo.
Di fondamentale importanza sono gli interventi che si possono effettuare mediante percorsi di riabilitazione o training cognitivo. Per training cognitivo si intende un percorso di “allenamento” delle funzioni mentali, in particolari dell’attenzione, della memoria e del ragionamento logico, mediante esercizi guidati dallo psicologo e al domicilio. Educazione alimentare, attività fisica, interazione sociale e controllo ei fattori di rischio sono altri interventi di supporto che, sebbene possano sembrare banali, sono stati riconosciuti di primaria importanza nelle fasi precocissime di malattia.
Il supporto integrato da più figure professionali rivolto al malato e alla famiglia è necessario nelle fasi più avanzate di malattia.

La diagnosi precoce è pertanto di fondamentale importanza per affrontare questo tipo di malattia. Perciò discutete sempre dei sintomi col vostro medico di fiducia e seguite la strada che il neurologo vi consiglierà per una corretta diagnosi.
E nel frattempo….
Riducete gli zuccheri e i grassi dalla vostra dieta, passeggiate all’aperto tutti i giorni, fate le parole crociate, leggete, e trascorrete del tempo fuori casa a chiacchierare con le persone a cui volete bene.

 

Mens CPZ

… dalla Mente al Cuore

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