GIORNATA MONDIALE DEL BAMBINO

Riconoscere il disagio infantile

Il 19 settembre sarà la giornata mondiale del bambino che si propone ogni anno di portare l’attenzione sull’età dell’infanzia e sui problemi che la riguardano.

Il disagio infantile è più frequente di quello che si pensi ed è spesso sintomo di un più grande disagio che coinvolge tutta la famiglia.
Il bambino per sua natura non ha la capacità di razionalizzare il disagio nè possiede le capacità per esprimere a parole esattamente quello che prova, a questo possono aggiungersi il timore e la vergogna per cui spesso il disagio trova la sua via di fuga attraverso il corpo: insonnia, aggressività, timidezza, isolamento, fobie improvvise, mal di pancia, mal di testa, dimagrimento improvviso, formicolii alle gambe ecc possono essere sintomi evidenti di un problema interno irrisolto.

Le cause invece possono essere molteplici e possono riguardare una delle due sfere più importanti nella vita di un bambino: quella familiare e quella scolastica.

All’interno della prima sfera ci possono essere litigi frequenti dei genitori, separazioni, maltrattamenti, violenze fisiche e/o psicologiche, abusi sessuali.
A scuola, o comunque nell’ambiente esterno i bambini possono essere vittime di bullismo o isolamento, questi possono essere tra i motivi di disagio inespresso a parole ma invece manifestato attraverso piccoli segnali del corpo.

Vediamo alcuni dei sintomi più comuni del disagio infantile:

  • Mal di testa;
  • Nausea e vomito;
  • Regresso a comportamenti superati come la pipì a letto;
  • Pianto frequente;
  • Rabbia e aggressività;
  • Rifiuto nello svolgere determinate attività;
  • Incubi notturni frequenti
  • Insonnia

Tra questi ed altri sintomi il più ricorrente è sicuramente il mal di testa, sintomo che oltretutto risulta difficile da interpretare in quanto può essere la manifestazione di molte patologie o disagi diversi tra loro, può essere un fastidio momentaneo dovuto a fattori come cattiva alimetazione, sensibilità al freddo/caldo, ricadute influenzali, ma contemporanemante può nascondere un disturbo più grave ed inpercettibile.

CAUSE: LA FAMIGLIA E L’AMBIENTE CIRCOSTANTE

Una volta escluse le cause meccaniche ed i fattori temporanei come quelli sopra elencati si può ipotizzare che se il mal di testa è frequente e costante possa esserci dietro una causa psicologica.

Tutto ciò deve essere fatto seguire da una visita da parte di uno psicologo per l’infanzia o neuropsichiatra anche se spesso sono altri specialisti ad accorgersi del problema, logopedisti ad esempio ma anche insegnanti, istruttori ecc che riportano ai genitori comportamenti anomali che questi ultimi possono non notare e/o sottovalutare.

Proprio per il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi il disagio deriva da mancanze e problemi nell’ambito familiare è difficile che un genitore si accorga immediatamente di questo tipo di sofferenza.

La separazione dei genitori o i continui litigi in famiglia possono essere causa di grande sconforto da parte del bambino che non ha altri punti di riferimento, ma anche i problemi nell’ambiente esterno hanno un forte peso sullo stato psichico dei piccoli.

COME AFFRONTARE IL DISAGIO

Una via d’uscita c’è, è importante intervenire il prima possibile in quanto questi disagi se trascurati tenderanno ad aumentare nel corso della vita e man mano che il bambino crescerà sfociando in problematiche più gravi come depressione, abuso di sostanze, dipendenza affettiva, disturbi dell’alimentazione tipici dell’adolescienza (anoressie e bulimia), autolesionismo, delinquenza, problemi a rapportarsi con gli altri e con se stessi.

IL RUOLO DEL GENITORE

Fare il genitore è un “mestiere” difficile ma il suo ruolo è fondamentale per uno sviluppo sano del bambino; spesse volte chi si prende cura dei più piccoli (genitori ma anche nonni, zii, insegnanti ecc) non ha gli strumenti adatti per affrontare importanti disagi, per questo esistono psicologi e counselor in grado di offrire aiuto anche ai genitori accompagnandoli nel percorso di comprensione e appoggio dei bambini. L’aiuto viene fornito attraverso incontri che favoriscono il dialogo, la comunicazione, lo smantellamento dei problemi, è prima di tutto importante riconoscere di avere un problema ed essere disposti ad affrontarlo per il bene del bambino in primis e della famiglia stessa poi.

Spesso vengono dati consigli concreti su come affrontare le situazioni, e tante volte si tratta di cambiare atteggiamento e punto di vista e nella maggior parte dei casi ci vuole del tempo.

E’ fondamentale entrare nell’ottica che come per un adulto andare in terapia non sia sintomo di “pazzia” nemmeno portare il proprio bimbo con difficoltà dallo pischiatra non deve essere motivo di vergogna, piuttosto deve essere visto come un atto d’amore che si sta facendo verso di lui, così come quando ha la febbre e gli si danno le cure farmacologiche necessarie.

Contatta la nostra segreteria per ulteriori informazioni sui servizi di psichiatria infantile e sui sintomi correlati al disagio.

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