L’applicazione della tossina botulinica nel dolore neuropatico

La tossina botulinica è largamente utilizzata nella medicina estetica, tuttavia viene anche sfruttata in modo terapeutico in molte patologie come la disidrosi e la spasticità muscolore. La sua efficacia è stata indagata anche nel trattamento del dolore neuropatico. Numerosi studi suggeriscono che la tossina di tipo A abbia un effetto analgesico nel dolore neuropatico di origine periferica, tuttavia l’evidenza è risultata essere bassa.

Due cliniche francesi (Clinical Pain Centre, Ambroise Paré Hospital, APHP, Boulogne-Billancourt,e Neurological Centre, Hôpital Dupuytren, Limoges) e una brasiliana (Neurological Department, Hospital das Clínicas da FMUSP, San Paolo), hanno elaborato uno studio per stimare l’efficacia della tossina somministrata in sedute ripetute in pazienti affetti da dolore neuropatico.

Lo studio è stato disegnato per essere randomizzato, in doppio cieco e con controllo placebo, rendendolo quindi altamente affidabile. Sono stati arruolati 152 pazienti suddivisi poi in due gruppi, uno dei quali avrebbe ricevuto due somministrazioni sottocutanee di tossina botulinica a un intervallo di 2 settimane, l’altro due somministrazioni di placebo. L’outcome primario era rappresentato dall’efficacia della tossina botulinica A al confronto col placebo, misurato come cambiamento, rispetto alla baseline, del valore di livello del dolore riportato soggettivamente e settimanalmente da ciascun paziente.

È stato trovato che la tossina riduca significativamente l’intensità del dolore a 24 settimane rispetto al placebo. Dolore a livello del sito di iniezione è stato l’unico effetto collaterale riportato, registrato in circa la metà dei pazienti di entrambi i gruppi, evidenziando come questo trattamento sia sicuro.

Questo lavoro conclude quindi, che due somministrazioni di tossina botulinica di tipo A, ciascuna comprendente più iniezioni, possiedano un effetto analgesico a lungo termine nel dolore neuropatico periferico. Inoltre, pazienti che presentavano dolore con caratteristiche differenti hanno riportato una risposta diversa, pertanto, numerosi fattori, quali la presenza di allodinia e un deficit sensoriale termico limitato, possono essere utili nel prevedere la risposta al trattamento. Questi risultati sono corroborati dagli esiti delle biopsie cutanee che mostrano che una conservazione alla baseline delle fibre nervose intraepidermiche a livello del lato affetto è associata a una migliore risposta al trattamento.

Emerge, quindi, come la tossina botulina sia efficace almeno quanto i farmaci maggiormente raccomandati per il trattamento del dolore neuropatico (Pregabalin, Gabapentin, SNRI, ecc.) e, al contrario di essi, non comporti effetti sistemici. Tuttavia la sola tossina non sembra produrre effetti positivi sulla qualità del sonno e sui livelli di ansia; pertanto utilizzata in monoterapia potrebbe non essere sufficiente per la gestione della sintomatologia multidimensionale che caratterizza i pazienti neuropatici e dovrebbe essere proposta solamente come trattamento aggiuntivo.

Fonte: https://www.thelancet.com/pdfs/journals/laneur/PIIS1474-4422(16)00017-X.pdf

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