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Fibromialgia
Sto male ma nessuno mi crede

La fibromialgia o sindrome fibromialgica (FM) è caratterizzata da dolore cronico diffuso. E' una malattia di difficile diagnosi, comporta una convivenza forzata con dolore e stanchezza che induce depressione e assenza di energie, influendo negativamente sulla qualità della vita delle persone che ne risultano affette.

La fibromialgia è associata a stanchezza, problemi di memoria e attenzione, disturbi del sonno, ansia e/o depressione. Cefalea ed emicrania sono altri sintomi comunemente descritti dai pazienti con sindrome fibromialgica. I muscoli in costante tensione causano dolore localizzato o diffuso. Le zone prevalentemente interessate dal dolore sono: colonna vertebrale, spalle, fianchi, braccia, polsi e cosce. La tensione muscolare provoca rigidità articolare che può limitare i movimenti.
Dalla letteratura scientifica internazionale emerge come sia estremamente difficile formulare una diagnosi di fibromialgia a fronte dell'assenza di segni documentabili con esami di laboratorio o diagnostica strumentale. Ciò ha portato per anni a classificare pazienti che riferivano dolore di questo tipo come “psicosomatici”, ansiosi o addirittura “malati immaginari”.

Le valutazioni e gli approfondimenti strumentali sono utilizzati abitualmente per escludere altre patologie che concorrono nella diagnosi differenziale, quali ad esempio l'artrite reumatoide, il lupus sistemico eritematoso, la polimialgia reumatica, la spondiloartrite, disturbi tiroidei e alcune neuropatie.

Tuttavia la Fibromialgia è una patologia reale e altamente invalidante.

Il principale sintomo della fibromialgia è il dolore cronico e diffuso, sembra essere il risultato di una serie di squilibri neuro-chimici nel cervello, con la conseguente alterazione della neurotrasmissione. Il malfunzionamento di queste aree cerebrali induce un'errata interpretazione degli stimoli dolorosi.

Molti studi evidenziano che a livello cerebrale, i pazienti con fibromialgia presentano alcune differenze funzionali e strutturali rispetto agli individui sani. In particolare i pazienti con fibromialgia presentano un'ipersensibilità ai segnali di dolore e presentano una soglia più bassa.
I recettori del dolore, presenti a livello cerebrale, sembrano sviluppare una sorta di memoria dello stimolo e tenderebbero a diventare più sensibili, nel senso che possono reagire in modo eccessivo ai successivi segnali di dolore. Il processo che innesca o che sostiene queste alterazioni funzionali non è ancora noto.

Come si cura la Fibromialgia?

La fibromialgia è una patologia cronica, per cui accompagna il paziente per tutta la vita.

Tuttavia esistono molte strategie terapeutiche che possono allevuiare i sintomi e garantire ai pazienti una buona qualità di vita.

Il modo migliore per affrontare la Fibromialgia è un approccio multidisciplinare.

È ampiamente condiviso come l’approccio più appropriato sia basato sulla presa in carico individuale e un percorso di cura personalizzato, finalizzato principalmente a ridurre o attenuare la gravità dei sintomi caratteristici.

La formazione dei professionisti e l’educazione del paziente sono le principali strategie per un’efficace gestione delle persone affette da fibromialgia.

Possiamo distinguere due tipi di terapie: quelle non farmacologiche e quelle farmacologiche.

I trattamenti non farmacologici comprendono l’attività fisica aerobica regolare anche in acqua, un approccio cognitivo-comportamentale, l’agopuntura, un adeguato programma nutrizionale, la terapia iperbarica.

Il trattamento farmacologico, invece, è raccomandato solo quando i sintomi non sono migliorati dalle strategie non farmacologiche.

Nella pratica clinica sono utili farmaci come miorilassanti centrali, che contrastano la rigidità, preferibilmente da somministrare la sera, ipnotici per migliore il sonno, antidepressivi come gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina e i triciclici.

Tuttavia le terapie più efficaci nella fibromialgia non sono quelle farmacologiche, Un sonno adeguato e un’attività fisica adattata (pilates, thai chi, mindfullness ecc) associata ad una terapia psicologica cognitivo comportamentale permette al paziente di gestire al meglio la malattia. O ancora la fangobalneoterapia, l’agopuntura, o il massaggio da sfioramento.
Anche l’alimentazione gioca il suo ruolo fondamentale, ridurre gli additivi ed i cibi più infiammatori può essere vantaggioso.

È importante istituire una strategia terapeutica che coinvolga psicologi, psichiatri, fisioterapisti, nutrizionisti, trainer.

Come affrontare la Fibromialgia?

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