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Cefalea cronica
Una luce in fondo al tunnel

Ne soffrono milioni di italiani. Si arrovellano sui modi per contrastarlo ma alla fine ad avere la meglio è sempre lui: il mal di testa, che torna imperterrito a fare capolino nelle nostre giornate. La cefalea è una tra le più frequenti patologie del sistema nervoso. I tipi più frequenti sono la cefalea di tipo tensivo, l’emicrania, la cefalea a grappolo e le cefalee croniche.

Emicrania: L’emicrania compare sotto forma di attacchi periodici separati da intervalli di benessere. L’attacco emicranico si manifesta con dolore di intensità moderata o severa, generalmente pulsante ed unilaterale, peggiora con la normale attività fisica ed è associato a nausea/vomito e/o fotofobia e fonofobia. La durata dell’attacco varia da 4 ore fino a 3 giorni. Nell’Emicrania con aura i sintomi più comuni sono di tipo visivo: punti luminosi che rapidamente si allargano, luci lampeggianti, linee parallele luminose a zig zag, o parziale scomparsa del campo visivo. Meno frequentemente compaiono sensazione di intorpidimento o debolezza a metà volto o corpo.

Cefalea di tipo tensivo: E’ caratterizzata da episodi di cefalea di durata variabile da minuti a vari giorni. Il dolore è tipicamente compressivo-costrittivo (come una morsa che opprime), bilaterale ed ha una intensità sopportabile. Il vomito è assente, la nausea è rara, possono coesistere fonofobia o fotofobia; l’attività fisica, diversamente dall’emicrania, non peggiora l’intensità del dolore.

Cefalea a grappolo: La cefalea a grappolo interessa maggiormente il sesso maschile ed è caratterizzata clinicamente da una particolare periodicità con l’alternarsi di periodi attivi definiti grappoli (durante i quali compaiono gli attacchi) e di fasi di remissione di assoluto benessere.

Quando una cefalea può essere definita cronica?

Una cefalea è “cronica” quando il tempo in cui è presente il dolore è maggiore del tempo libero dal dolore. Circa il 4% delle persone adulte lamenta cefalea più di 15 giorni al mese (la cosiddetta cefalea cronica quotidiana.

Un’accurata anamnesi da parte di un esperto in cefalee serve ad escludere eventuali patologie sottostanti il mal di testa attraverso esami quali imaging neurologico, esami di laboratorio e la polisonnografia.

Ci sono dei fattori che contribuiscono a cronicizzare una cefale, tra questi rientra l’abuso di farmaci come gli antidolorifici, compresi proprio quelli per i sintomi del mal di testa stesso che non aiutano facendo entrare il paziente in un circolo vizioso e pericoloso; altri fattori aggeravanti sono anche l’utilizzo quotidiano di caffeina e alcol, i disturbi del sonno, una alimentazione scorretta e ricca di grassi e zuccheri, l’ipertensione arteriosa, lo stress, la depressione, allergie croniche, obesità.

Chi soffre di cefalea cronica sa bene che spesso i tentativi di terapia si rivelano inefficaci, la vita quotidiana, lavorativa e affettiva vengono fortemente compromesse creando maggiore ansia e preoccupazione anche nelle persone che stanno accanto ai pazienti.

UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL: il riconoscimento della cefalea come malattia sociale

Le cefalee, secondo l’OMS, colpiscono 26 milioni di italiani di cui ben sei milioni sono affetti dalle forme più invalidanti. Ora però inizia a farsi concreta la possibilità per queste persone di veder riconosciuta in Italia la cefalea primaria cronica come malattia sociale. Una malattia per essere definita ‘sociale’ deve avere determinate caratteristiche: larga diffusione nella popolazione, rilevante dal punto di vista statistico in termini di morbilità su vasta scala; inoltre deve presentare un carattere di stabilità nel tempo, vale a dire una continuità nell’alta frequenza, al punto che, a causa della stessa, si registra un dispendio di risorse pubbliche per assistenza sanitaria, e pertanto un danno economico oltre che individuale.

La proposta di legge arriva dalla deputata Arianna Lazzarini e prevede l’inserimento della patologia nei Livelli Essenziali di Assistenza per chi ne soffre da almeno dodici mesi in maniera invalidante.L’obiettivo è quello di dare una risposta adeguata ai milioni di italiani che soffrono a cuasa di questa malattia e di alleggerire gli oneri e i costi di gestione per la sanità “Ci sarà anche una commissione ristretta perché questo progetto di legge ha trovato unanimità, innanzitutto, dai diversi componenti della Commissione perché quando si tratta di malattie ovviamente non c’è colore politico”, ha affermato Arianna Lazzarini e aggiunge:” Mi auguro ci siano tempi rapidi visto che si tratta di un unico articolo. Poi ci sarà un percorso molto più profondo da fare con le varie associazioni, con i medici e anche con la Commissione nazionale dei LEA”.

In attesa dell’approvazione di questo decreto dobbiamo tenere in cosniderazione il lavoro che svolgono i centri cefalee regionali di tutta Italia e i centri privati specializzati nella diagnosi e trattamento delle cefalee.

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